venerdì 24 dicembre 2010

Bassolino sfida nemici e traditori memorie raccontate a una «micia»

Non è un ritorno perché lui, Antonio Bassolino, non si è mai ritirato dalle scene. Ma alla metà di gennaio l’ex governatore si (ri)affaccia in campo. Con una scuola politica dal 14 al 16 gennaio e con l’uscita ufficiale del suo libro, quattro giorni dopo. Una winter school all’Holiday inn di Caserta: «Il sud e le classi dirigenti», è il tema per cento under 40 (già 30 iscrizioni). Per ragionare sul Mezzogiorno, gli attacchi della Lega e le nuove leve della politica. Attraverso, tra gli altri, gli incontri con Stefano Fassina (responsabile economico pd) e la vice presidente di Confindustria Cristiana Coppola per l’economia e con il politologo Mauro Calise sulla stagione del partito dei sindaci. Passando per il ruolo del Mediterraneo come nuova via della seta sino all’incontro conclusivo di domenica con Carlo Borgomeo, Giuseppe Vacca e Antonio Bassolino, appunto, per discutere come «Ripartire da Sud». Una tre giorni a cui tiene l’ex governatore per discutere e fare un’analisi sulle nuove sfide del Sud visto sempre più «dal Nord e da certa politica» come parassitario. Ma, ancor di più, è al suo libro che tiene l’ex governatore. Perché lui, alla fine, il giro del mondo passando per il Tibet e la Patagonia, zaino in spalla con il suo amico Ugo Mazza, non l’ha ancora fatto ma il libro, quello sì, è un progetto portato a termine. Con caparbietà e ostinazione senza cedere alle lusinghe di firme importanti disposti a raccogliere le sue memorie e alle richieste di case editrici nazionali. L’ha scritto, invece, di suo pugno dopo aver lasciato palazzo Santa Lucia. Da lì si è portato via qualche foglietto d’appunti vergato a mano poi riversato nel libro a cui ha messo mano già quest’estate. Un paio di settimane fa, invece, ha consegnato le bozze definitive all’editore Guida. Perché ha voluto, sin dal primo momento, che fosse l’editore di Port’Alba a pubblicarglielo. Non foss’altro perché in quel dicembre del ’93, quando diventò primo cittadino, la libreria appena restaurata venne dichiarata Bene culturale dello Stato dal ministero. Era l’inizio del sogno del rinascimento napoletano da cui partono le 184 pagine di memorie. Ma, attenzione, il titolo non è quel banalissimo «Antonio Bassolino racconta…» con la sua foto in copertina. No, non sarebbe il suo stile e quello è un pdf da dare con anticipo alle case di distribuzione. Un passo indietro. E il 24 marzo e mancano poche ore alle elezioni. «Il titolo potrebbe essere Napoli Italia», disse ad un forum al Mattino. Sarà proprio questo ed in copertina ci sarà una composizione grafica elaborata da Luca Mauloni. Chi l’ha letto, usa due aggettivi, «diretto» e «schietto», per descrivere Io stile dell’ex governatore. Di certo, trapela, Bassolino si leverà qualche sassolino dalla scarpa nei 5 capitoli del libro. Sui rifiuti ma anche (e soprattutto) sulla costruzione prima dell’Unione e dell’Ulivo e poi del Pd. Perché tutta l’esperienza politica napoletana e campana è legata alle travagliate vicende dei governi di centrosinistra. E poi lo sfizio di svelare qualche retroscena e raccontare qualche chiacchierata inedita. Passaggi. Perché, spiegato così, qualcuno potrebbe aspettarsi solamente livore e rabbia. Eppure in quelle pagine, che iniziano nel ’93 e finiscono in quest’ultima primavera, il racconto procede anche in maniera intimista e Bassolino si sofferma a raccontare della sua gatta, «Micia» come la chiama con affetto, con cui si è ritrovato a parlare ad alta voce nei momenti più duri e difficili di questi 17 anni. Anzi l6 anni e 4 mesi, come ripete uno scaramantico come lui. (di Adolfo Pappalardo da il Mattino)

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