«Tanti auguri a voi e famiglia». Anche Pierluigi Bersani officia la conferenza di fine anno del suo Partito democratico. “Anche” perché l’altro, Silvio Berlusconi, poco prima di lui ha imperversato su tutti i media nazionali per oltre due ore, trasformando un incontro con la stampa in un discorso alla nazione con dentro tutto e il contrario di tutto. Bersani non ha apprezzato lo sproloquio del premier: gli dà prima del “Kim Il Sung” e poi del “Lukashenko”, recensisce il suo intervento con un «sono tutte chiacchiere e menzogne, nulla di concreto per gli italiani», e poi è subito tempo di bilanci. Eh già, perché con il 2010 se ne va via «il primo decennio del millennio, e sono dieci anni che ascoltiamo queste robe là, dieci anni del “ghe pensi mi”, dieci anni che ci hanno fatto precipitare nelle classifiche di tutto il mondo», e giù dati sul declino dell’economia, dell’occupazione, della ricchezza, del benessere, del Paese. E «il Sud che è più lontano dal Nord, e il Nord che è più lontano dall’Europa, e le generazioni che non hanno prospettive». Va avanti un bel po’ Bersani nell’elencare tutte le disgrazie italiane provocate dall’ultimo decennio trascorso nel segno del Cavaliere: nessuno osa contraddirlo al piano alto del Nazareno, ci mancherebbe, qualcuno vorrebbe giusto ricordargli che a quei dieci anni se ne potrebbero anche aggiungere i sei precedenti. Dettagli, perché bisogna guardare al futuro e anche Bersani dopo un po’ annuncia che il Pd dal 2011 intende contribuire in maniera determinante a cambiare l’andazzo: «Con il nuovo anno – dichiara solennemente il segretario – vogliamo pensare al Paese e ai problemi del Paese, usciamo da un decennio di favole e entriamo in un decennio di riscossa, basta parlare solo di Berlusconi, parliamo dell’Italia». Se n’è andata la prima mezz’ora di conferenza stampa, e Bersani ha parlato solo di Berlusconi. La mezz’ora successiva non sarà diversa. Allora ti viene in mente che se ne va via il primo decennio del millennio, che è vero che sono dieci anni «che ascoltiamo queste robe là», ma sono anche dieci anni che ascoltiamo queste robe qui. (di Nicomara da Frontpage.it)
Nessun commento:
Posta un commento