Nelle cinque Province restano in tutto cinquanta consiglieri. Municipalità: stop compensi
Fonte: Gimmo Cuomo da il Corriere del Mezzogiorno
I consiglieri scenderanno dagli attuali 171 a 50, mentre i 52 assessori scompariranno. Resteranno solo i cinque presidenti. Ma non quelli eletti direttamente dai cittadini, ma dalle assemblee ridotte ad appena 10 membri. Queste le cifre campane del dimagrimento degli enti Provincia, immaginato dal Governo Monti. Un taglio che ai presidenti, al di là del colore politico, proprio non va giù. Scontento bipartisan, insomma. E nel caso di Luigi Cesaro, numero uno della Provincia di Napoli, coordinatore provinciale del Pdl e, soprattutto, deputato potrebbe addirittura sfociare in una clamorosa astensione. «E vero — conferma — potrei astenermi. Non mi è piaciuto, innanzitutto, come è stato trattato il presidente dell’Unione delle Province italiane, Giusepppe Castiglione. Gli era stato assicurato che non sarebbe cambiato nulla. E, invece, è arrivato il colpo di scena. Non me la prendo per me. Sono anche parlamentare e avrò altri impegni a cui dedicarmi. Ma non credo che si possa calpestare la dignità di un’intera classe politica eletta dai cittadini». Se non interverranno modifiche, secondo l’ordinamento attuale il Consiglio provinciale di Napoli dovrebbe essere sciolto nel 2014.
Il decreto Monti, invece, stabilisce il trasferimento delle funzioni dalle Province ai Comuni da parte delle Regioni entro il 30 aprile del 2012. E, soprattutto che «gli organi in carica delle Province decadono al momento dell’entrata in vigore delle leggi statali o regionali di trasferimento delle funzioni e comunque decadono entro il 30 novembre 2012», cioè fra meno di un anno. La speranza è che il count down non si avvii. E che il governo possa ritornare sui propri passi. «All’improvviso — accusa il presidente dell’assemblea provinciale di Napoli Luigi Rispoli — ci trasformano da consiglieri a commissari liquidatori, senza nemmeno indicare con chiarezza un percorso da seguire. In Campania, poi, la situazione è ancora più pesante perché occorre prendere decisioni rapidissime sui rifiuti. Dal primo gennaio, infatti, la Sapna, in pratica le Province, dovrebbe sostituirsi ai Comuni anche per il trasporto dei rifiuti stessi». Se la drastica riforma fosse approvata, Rispoli immagina di giocare d’anticipo. «In quel caso si potrebbe valutare la possibilità di sforare il patto di stabilità. In tal modo potremmo almeno ritrovarci con delle importanti opere, come gli impianti intermedi per la gestione del ciclo dei rifiuti». Ma ormai la questione è diventata molto più ampia. A rischiare il posto sono tutti gli assessori e i consiglieri. Boccia il discorso del premier in tema di risparmi il presidente della Provincia di Salerno Edmondo Cirielli, deputato anche’egli. «L’accento sulle Province che rappresentano meno del 2 per cento della spesa della burocrazia — afferma — è la dimostrazione che si continua senza criterio e con superficialità ad affrontare il tema dello snellimento della macchina burocratica. Si continua a scaricare l’odio dell’antipolitica sugli enti local ». Duro anche il sannita Aniello Cimitile. «Mi addolora — afferma — che anche il professore Monti si sia lasciato coinvolgere dalla più becera demagogia». Il casertano Domenico Zinzi premette «di essere uomo di partito (l’Udc, ndr)» e che per questo «voterà secondo le indicazioni recevute». «Ma continuo a credere — aggiunge — che le Province abbiano un ruolo. Lascia perplessi i tempi così stringenti previsti nel testo del Governo. Così si rischia di sguarnire i territori. Speriamo nell’Upi». Ma i tagli riguardano anche le municipalità napoletane. I 300 consiglieri non percepiranno più alcuna indennità. Grida allo scandalo il presidente della Municipalità di Scampia Angelo Pisani. «Siamo l’unica istituzione vicina ai cittadini. Così nessuno si candiderà più. La gente dovrà andare a lavorare».
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