martedì 20 dicembre 2011

“Il presepe di Partenope” la favola di Cecilia Coppola

“Il presepe di Partenope ”, la favola di Cecilia Coppola, si presenta a Sorrento al Teatro Sant’Antonino del Vescovado il giorno 21 dicembre alle ore 17.00 dalle classi terze sezione A B C del plesso della Scuola Elementare Vittorio Veneto

Sorrento - Il presepe di Partenope spiega la scrittrice è dedicato alla città di Napoli per rendere migliore il suo grande bagaglio di umanità e per far conoscere soprattutto ai ragazzi la verità profonda di fede che rappresenta, il suo simbolismo, la sua eterna magia che affascina piccoli e grandi quasi a fondere i due mondi quello dell’infanzia e quello degli adulti,in un unico momento di speranza. Il Natale è un ripetersi di riti che l’uomo ricerca per una lievitazione dello spirito, è una festa antichissima che ha sfidato e sfida il tempo anche nel nome di chi, per primo, Francesco d’Assisi, creò la costruzione di questo presepe. ” Ho messo in evidenza un pastore in particolare - continua a spiegare Cecilia Coppola - Benino, che dorme ed esprime la coscienza che deve essere svegliata e mai come nel nostro vivere odierno c’è bisogno di questo risveglio alla pace, all’amore e alla fratellanza e aggiungo alla misericordia che, come ha detto il Santo Padre Benedetto XVI, trova difficile avere un ruolo nella nostra società, troppo distratta da rapporti effimeri e non duraturi” Il lavoro delle docenti Giuseppina Sole, Maria Giovanna Indora, Maria Rosa Maresca, Maria Laura Buonocore, Alessandra Cocchia della Scuola ” Vittorio Veneto” (Cattedrale) è didatticamente encomiabile per il coinvolgimento dei loro alunni nel tempo più bello del Natale, quello del Presepe simbolo eterno della pace e della bontà ed espressione delle cellule portanti di ogni civiltà:la famiglia nel suo significato più incisivo, - come afferma la instancabile Direttrice Daniela Denaro - e la scuola “ che hanno un ruolo importante e delicato nella formazione dei giovanissimi ai quali si deve dare l’opportunità di una cultura delle nostre tradizioni e del rispetto verso gli altri in un percorso emozionale che poi li renderà risorse valide per il nostro futuro”.

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