giovedì 3 maggio 2012

L’Archeoclub lubrense per i ragazzi

di Imma De Angelis

Massa Lubrense - Da sempre l’Archeoclub di Massa Lubrense ha avuto buoni rapporti con enti ed istituzioni, come Scuole ed Associazioni, per realizzare attività volte a sensibilizzare i giovanissimi sui temi del territorio, della cultura e della storia: i primi mesi del 2012 sono stati particolarmente ricchi di occasioni di incontro ed esperienze formative proprio per i ragazzi. Con l’intento di disegnare un progetto educativo organico e rendere efficace la collaborazione tra le Scuole e l’Archeoclub, l’Istituto Comprensivo e la Direzione Didattica, hanno individuato delle docenti come interlocutrici per la pianificazione e realizzazione di attività. Grazie del sostegno degli Istituti Riuniti per l’Assistenza all’Infanzia (IPAB), tra le iniziative di successo che hanno sublimato la collaborazione tra scuole ed Archeoclub rientra, senza dubbio, l’esperienza dei 60 studenti delle classi seconde dell’Istituto Comprensivo che hanno ricostituito il nucleo di Archeo Junior, facendo da “ciceroni” alla visita del complesso monumentale di S. M. delle Grazie, nei momenti salienti delle celebrazioni per il 500° anniversario della posa della prima pietra della ex Cattedrale: considerato il successo ottenuto, l’iniziativa sarà ripetuta nel mese di maggio e precisamente domenica 6 e giovedì 10 (San Cataldo). Inoltre domenica 13 maggio, daranno vita anche alla manifestazione nazionale di Archeoclub d’Italia “CHIESE APERTE”, che quest’anno celebra la sua XVIII edizione. È già partito il “laboratorio di archeologia” che coinvolge oltre cinquanta alunni della Scuola Primaria, delle classi 3ª, 4ª e 5ª del Capoluogo e 3ª, 4ª e 5ª di S. Agata, in un programma di 60 ore: sono state già effettuate varie proiezioni a tema, attività di manipolazione pratica nonché una riuscitissima gara di abilità dal titolo “Dal coccio al vaso”, che ha letteralmente entusiasmato i bambini, mettendoli a contatto con reperti autentici, che hanno potuto studiare e classificare. Accanto alle attività rivolte alla scuola, l’Archeoclub ha attivato anche il progetto formativo “Alla ricerca dell’Eden” in collaborazione con l’Associazione “Genitori attivi” di Termini.


L’iniziativa viene attuata attraverso escursioni guidate, laboratori didattici, animazioni ed altre attività tese a sensibilizzare i bambini della scuola dell’obbligo, fuori dall’orario scolastico, su temi inerenti la storia, l’arte e l’ambiente locale, coinvolgendo anche tutte quelle mamme animate dal desiderio di far crescere i propri figli in armonia con il territorio lubrense: il primo appuntamento si è tenuto il giorno 21 aprile scorso con la visita guidata al casale dell’Annunziata e al castello. In tale occasione è stato presentato il programma di attività aprile-luglio che prevede anche dei campi-laboratorio sul territorio tra i quali la ricerca degli “Ultimi frammenti di Eden”, ossia quelli del pavimento maiolicato del XVIII secolo raffigurante la cacciata dei nostri progenitori dal paradiso terrestre, proveniente dalla cappella di Santa Maria della Grazie a Scola. Il pavimento, realizzato dal grande artista napoletano Ignazio Chiaiese, andò poi in frantumi a seguito del crollo della volta della cappella, i cui ruderi sono ancora visibili lungo le pendici collinari tra Termini e Marciano. Le mattonelle residue del pavimento (inizialmente circa 500 unità) sono oggi proprietà dell’Archeoclub, in virtù di donazione della famiglia Sersale: il ritrovamento di qualche frammento residuo nel sito originario consentirebbe di rendere più completa la ricomposizione e il restauro dell’intera scena biblica. Sensibilizzare e formare gli uomini di domani: attraverso incontri ed esperienze dirette e concrete l’Archeoclub, in sinergia con le scuole, le associazioni e le famiglie, vuole stimolare nei giovani quell’interesse, quella curiosità divorante (come quella di Norman Douglas) e quel rispetto verso il proprio territorio, la propria storia e le proprie tradizioni per rinsaldare le radici dell’identità stessa, come singoli individui e come comunità.

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