mercoledì 5 dicembre 2012

Presentazione del libro “Giancarlo Siani passione e morte di un giornalista scomodo”

Piano di Sorrento - Sabato 15 dicembre 2012 ore 17,30 nella sala consiliare della Città di Piano di Sorrento, incontro con il giornalista e scrittore Bruno De Stefano autore del libro “Giancarlo Siani passione e morte di un giornalista scomodo” di Giulio Perrone Editore. Insieme all'autore interverranno: Il Sindaco Giovanni Ruggiero, la responsabile della redazione "Grande Napoli" de Il Mattino Marilicia Salvia, i giornalisti de Il Mattino Maurizio Cerino e Antonino Siniscalchi, la scrittrice Angie Cafiero. Bruno De Stefano, giornalista professionista, è nato a Somma Vesuviana (Napoli) nel 1966. Ha seguito la cronaca nera e giudiziaria per diversi quotidiani tra cui «Paese Sera» e «Il Giornale di Napoli» e per il settimanale "Metropolis". Ha lavorato per «Corriere del Mezzogiorno», «City» e il «Corriere della Sera». Attualmente lavora per i quotidiani del gruppo Rizzoli-Corriere della Sera. Tra le sue pubblicazioni: Napoli criminale, I boss della camorra, La casta della monnezza, La penisola dei mafiosi e 101 storie di camorra che non ti hanno mai raccontato, tutti per l'editore Newton Compton. E' stato tra i curatori dell'antologia sulle mafie Strozzateci tutti (Aliberti editore) che nel 2010 ha vinto il "Premio Giuntella". Nel settembre del 2012 ha vinto il Premio Siani con "Giancarlo Siani. Passione e morte di un giornalista scomodo"



La Storia 
"Il libro che riapre gli interrogativi sulla morte del giornalista campano ucciso trent'anni fa dalla camorra e avanza nuove ipotesi". Perché è stato ucciso il giovane Giancarlo Siani? «I processi e le sentenze hanno stabilito che Siani è stato trucidato per aver scritto che il clan Nuvoletta aveva venduto il boss Valentino Gionta ai carabinieri, facendolo arrestare: una manciata di righe che non contengono nessuna verità sconvolgente. Ma il ventiseienne Siani stava raccogliendo materiale sui rapporti tra camorra, politica e affari. e stava scrivendo un libro, di cui non c’è traccia. Qualcuno lo ha tradito da vivo e anche da morto». Di Giancarlo Siani, giovane cronista del Mattino, ammazzato il 23 settembre del 1985 si sa poco o niente, è diventato – giustamente – uno degli eroi della lotta contro la camorra, un emblema per la ricerca della verità, ma del suo lavoro, del suo impegno, delle sue aspirazioni, e soprattutto di quelle faticose indagini che hanno condannato killer e mandanti per il suo omicidio non si sa quasi nulla. Bruno de Stefano, ha cercato di andare oltre la semplificazione che ha trasformato Giancarlo Siani in un “giornalista-eroe” giustiziato per avere svelato le trame segrete della camorra. Leggendo gli atti delle inchieste, emerge, infatti, una storia assai più complicata nella quale si mescolano omissioni, depistaggi, inspiegabili vuoti di memoria, impacciate contraddizioni.

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