mercoledì 12 marzo 2014

Alimuri: Entro sei mesi l'abbattimento

Conferenza stampa
Gennaro Cinque promette: “Dopo la demolizione dell’ecomostro di Alimuri, nessuna struttura di pari volume sarà realizzata sul nostro territorio” 

Vico Equense - Manca davvero poco, sei mesi al massimo, e il Mostro di Alimuri, l’orrendo manufatto che deturpa la costa della Penisola sorrentina, sarà abbattuto. Una storia tormentata che va avanti da quasi mezzo secolo. Questo rudere imponente, con i suoi soffitti scassati e i tondini di ferro arrugginiti che fuoriescono dai pilastri in cemento, è sempre lì. Ha sconfitto tutte le amministrazioni che nel corso del tempo si sono succedute. Ma stavolta è diverso. La giunta comunale, infatti, ha predisposto un atto d’indirizzo tecnico-politico, per avere la meglio sul Mostro. Questa mattina, nel corso di una conferenza stampa sono stati chiariti i dettagli dell’iniziativa. Presenti il Sindaco di Vico Equense, Gennaro Cinque, il vicesindaco, Benedetto Migliaccio, gli Assessori Antonio Elefante, Giuseppe Ferraro e Antonio Di Martino. “Si è partiti dalla ricerca della verità, - ha esordito il primo cittadino – di questa lunga ed intricata vicenda” La storia dell’ecomostro di Alimuri, comincia nel 1964, quando il Comune di Vico Equense rilasciò una licenza edilizia per costruire un complesso alberghiero. Non avendo rispettato i termini previsti dall’originaria licenza, tre anni dopo, fu richiesto all’Ente Municipale un rinnovo, che fu rilasciato con altra licenza edilizia. La nuova autorizzazione, seppur definita di “rinnovo”, di fatto è relativa alla realizzazione di un complesso edilizio del tutto diverso. Tutta la vicenda legale che si è sviluppata in questo mezzo secolo su cui sono stati affrontati gli argomenti della legittimità, a più riprese, hanno condotto a far ritenere come le opere realizzate in località Alimuri, fossero legittime. “Al contrario, - sottolinea l’Assessore Antonio Elefante, stratega dell’operazione - la nostra scrupolosa analisi, durata circa due mesi, raggiunge un risultato del tutto diverso. L’immobile realizzato è del tutto illegittimo.” In sostanza, l'attuale rudere non corrisponde a quello dell’originaria licenza edilizia del ’64. Ripartendo da questo nuovo e innovativo presupposto si giunge alla conseguenza che l’azione di demolizione potrà essere esperita immediatamente.
 
L'Assessore Antonio Elefante intervistato
“La concessione edilizia del 1967, - ha rilevato Elefante - è priva di legittimità perché rilasciata in mancanza d’autorizzazione paesaggistica. La legge, infatti, stabilisce che qualsiasi modifica
al progetto richiede una nuova autorizzazione paesaggistica, per consentire a chi esercita il controllo della tutela del paesaggio di verificare che il tutto sia in sintonia e nella logica del rispetto del territorio. Alla scoperta, - aggiunge Elefante - si è giunti sovrapponendo un rilievo dello stato attuale dei luoghi messo a disposizione dalla Procura di Torre Annunziata con il progetto originario depositato in Soprintendenza, dal quale emerge con chiarezza la totale difformità.” Poiché l’attuale scheletro è diverso rispetto all’originaria licenza edilizia, seguendo un percorso amministrativo ben preciso, si potrà demolire una volta per tutte l'ecomostro. Costo dell’operazione circa 400mila euro. Così suddivisi: 80mila euro per la messa in sicurezza provvisoria del costone roccioso. 300mila euro per la demolizione e il trasporto del materiale di risulta. In fine, 30mila euro per recintare il luogo in attesa della realizzazione dell’intervento di riqualificazione dell’area.

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