Ferdinando Pinto |
Sorrento - «La strategia della confusione raggiunge il suo punto di sublimazione quando anche chi vuole confondere le acque resta confuso». Il vecchio adagio dell'esperto avvocato Gaetano Milano, l'ex assessore ai turismo che varò una massima degna della supercazzola di Tognazzi, trova varchi interessanti verso la bagarre elettorale dei prossimo 31 maggio. Da una parte c'è il sindaco di oggi, Giuseppe Cuomo. Dall'altra quello di ieri, Marco Fiorentino. Una volta alleati, oggi nemici. In mezzo spunta un mare di indecisi da corteggiare. È un universo tutto da decifrare che dipende anche dalle scelte di chi, come ad esempio il professore Ferdinando Pinto - docente di diritto amministrativo all'università Federico II di Napoli, che sconfìsse Cuomo nel 1996 per poi essere battuto quattro anni più tardi dal terzo ritorno di Fiorentino - è tra quelli che potrebbero spostare voti e percentuali. Il Partito democratico non ha escluso la possibilità di affidare la guida della lista al professore dem. Ed è qui che sia Cuomo che Fiorentino sono in allerta. Una manovra contorta, che si gioca proprio su Pinto, che i due big danno sicuro perdente ma che vogliono sfruttare per blindare il proprio consenso. L'entourage di Cuomo da il prof al massimo a 1100 preferenze. Più larga invece la previsione di Fiorentino, che mette Pinto sui 1600 voti. Ma dove andrebbe a pescare il Pd? E quindi Pinto? In quale porzione dell'elettorato?
Nelle previsioni dell'amministrazione Cuomo, Pinto sottrarrebbe margini di manovra a Fiorentino. Motivo: il prof conquisterebbe voti dai moderati, che non consegnerebbero mai una propria preferenza a Fiorentino e, dunque, in ipotesi di ballottaggio, preferirebbero votare Cuomo o non votare. Ma il docente democrat sarebbe ben guardato anche da Fiorentino. Il prof intercetterebbe le preferenze di chi nel 2010 sposò Cuomo e che oggi non vuole una conferma dell'attuale inquilino del municipio. Sono preferenze di chi, insomma, vuole una svolta. La fetta dell'elettorato da strappare a Cuomo, dunque, rappresenterebbe per Fiorentino l'area di conquista per il ballottaggio, cioè il vero obiettivo dell'ex fascia tricolore. Un giochino strano, insomma, anche perché vede giocare nell'ombra Piergiorgio Sagristani, sindaco di Sant'Agnello che è lo sponsor d'eccezione di Cuomo. Ma Pinto? Ha capito la manovra in anticipo, resta in silenzio e intende badare ad altro. E quindi non candidarsi. Ed è qui che aleggia l'ombra di Giuseppe Stinga, vicesindaco di Cuomo che ha fatto trapelare indecisione e che qualcuno indica come alleato di Fiorentino. L'assessore potrebbe decidere di fare una lista e guidarla da candidato sindaco.
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