Fonte: Salvatore Dare da Metropolis
Sorrento - Si sa, la battaglia alle urne si può vincere anche grazie alla discesa in campo dei "grandi elettori". Gente che, dietro le quinte, senza esporsi troppo, riesce a garantire a una coalizione l'arrivo di centinaia di preferenze. E chi meglio di un imprenditore del turismo può tornare utile in una campagna elettorale all'ultimo voto come quella di Sorrento dove basta poco per sparigliare le carte? Ecco perché Giuseppe Cuomo intende accelerare per blindare gli albergatori e convincerli a sposare senza indugi il suo progetto politico. Il sindaco va a caccia delle alleanze giuste cosi da poter scongiurare il "rischio" di andare al ballottaggio, magari proprio ostacolando la "mission" di Marco Fiorentino, l'avversario più agguerrito e determinato della truppa che è convinto di potersela giocare al meglio e che, ieri sera nel comizio di piazza Tasso, ha apertamente bocciato la giunta uscente. Qui si spiega in parte l'iniziativa di Cuomo che intende spingere sull'acceleratore entro il weekend catturando le preferenze che pesano. Oggi, in tal senso, è il D-day perché alle 11, nella sala Carlo Di Leva dell'azienda di soggiorno e turismo di Sorrento, avrà il faccia a faccia con gli albergatori. Il risvolto elettorale è evidente. Cuomo è lapidario: «In questi cinque anni il prestigio dell'immagine di Sorrento è cresciuto tanto, ma noi abbiamo il dovere di lavorare ancora afflnché la nostra città diventi la location ideale delle più importanti manifestazioni artistìche e culturali a livello internazionale - ha detto ieri il sindaco uscente -.
Gli operatori del comparto turistico alberghiero hanno molti meriti in questo percorso di crescita che Sorrento sta vivendo. Sono loro, insieme a tanti cittadini, a fare la differenza, con l'impegno e con la dedizione al valori e ai saperi della nostra tradizione fatta di accoglienza e ospitalità». Come a dire: restiamo uniti che Sorrento può fare di più. La scelta del vertice con i big del turismo si lega, forse, anche alla riunione convocata l'altra sera dal patron di un albergo di lusso che, informalmente, ai propri dipendenti (ovviamente, solo quelli residenti a Sorrento) ha suggerito il nome del candidato sindaco da aiutare attraverso una partnership incisiva, in grado di poter fare breccia '"nel cuore" delle famiglie dei lavoratori. Non tutti i dipendenti, a onor del vero, l'hanno presa bene. Anche perché, in un momento del genere, di grande crisi economica e profonda sfiducia verso le istituzioni, sentirsi dire dal proprio datore dì lavoro quale schieramento sostenere in caso di "indecisione" nel silenzio dell'urna può indubbiamente rappresentare una vera e propria invasione di campo suscettibile di polemiche e veleni. Quello che è avvenuto nell'albergo dei "politici" - così come l'ha saputo ribattezzare qualche gola profonda che frequenta quotidianamente il municipio di piazza Sant'Antonino - non è altro che l'ennesimo segnale preoccupante verso la bagarre del prossimo 31 maggio. La tensione tra le parti in gioco continua a salire. Sì, perché questa campagna elettorale si sta giocando ogni giorno su un terreno tutt'altro che stabile. Si incrociano le famiglie, rischiano di spaccarsi rapporti di amicizia profondi e radicati nel tempo. Con ripercussioni nette, che si possono anche avvertire sul lavoro.
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