domenica 6 settembre 2015

L’Accanto, ritrovo della semplicità perduta

Vincenzo Guarino
Fonte: Il Denaro 

Vico Equense - Quando si dice che girato l’angolo trovi quello che non ti aspetti, eccolo qua, basta una leggera deviazione sulla strada che porta a Sorrento, a Seiano di Vico Equense ed ecco un altro Paradiso della nostra costiera, l’Hotel Angiolieri. Nel verde, con un panorama, che il mondo ci invidia, del Golfo di Napoli ed il Vesuvio di fronte a picco sul mare, sulla terrazza con il sottofondo musicale dei cinguettii e del canto del gallo eh sì, perché la zona sottostante popolata da ville con giardini ed orti, il gallo (per fortuna e per piacere …) mi sta riportando ad una atmosfera di natura e semplicità ormai perse. Questa antica villa romana trasformata poi in convento delle Clarisse e dagli inizi ’800 in albergo, è stata meta di personaggi illustri e certamente questo lo si deve anche alla pace ed al silenzio che, insieme ad una accoglienza cordiale e riservata, sono le prime emozioni tangibili all’Angiolieri. Del resto questo bel “sasso”, molto ben curato ed elegante, posizionato sulla roccia con appena 35 camere, garantisce privacy ed alta qualità nei servizi per un lusso certo ma non sovrastante, per una vacanza detox all’insegna del buon gusto. Ormai da cinque anni la “stella francese” svetta sul promontorio dell’Angiolieri con il ristorante l’Accanto diretto dallo Chef vicano Vincenzo Guarino, dalle interessanti esperienze francesi (lo sentirete nel piatto…), Vincenzo mette subito le cose in chiaro, la cucina non è il luogo di tutti, dove ciascuno pensa di avere voce in capitolo, è come in ambito militare dove esistono le regole d’ingaggio e disciplina, valori per ottenere prestazioni di alto livello, per vincere le battaglie che, con una clientela internazionale, diventa d’obbligo.
 
Vincenzo Guarino, si potrebbe definire lo chef dei tre ingredienti che, nella “cucina del senza”, inteso come senza il di più, l’inutile … è un maestro; dove una parte della categoria lavora per sommatoria pensando di ottenere maggiori risultati, qui si lavora per detrazione, con le complicanze dell’ottenimento di un gran piatto con pochi ingredienti. Quelli giusti, abbinati e trattati ad arte, ecco chi è Vincenzo Guarino. Ma una squadra è grande quando si completa oltre che in cucina in sala, Mario de Martino Maitre eGiovanni Starace Sommelier, professionisti empatici, sono semplicemente quello che ci vuole per decretare il successo di un gran ristorante. Pani, schiacciate e grissini in vari gusti; burro tradizionale ed al basilico; pepi al mortaio; ampia selezione di olii; astice in pasta kataifi, crema di fave al profumo di limone, insalata di frutta e verdure; tartare di fassona, tuorlo d’uovo fritto di Parisi, verdure cotte e crude, salsa al provolone del monaco; risotto vialone nano cozze e patate con spuma di patate; spaghettone Vicidomini ai 5 pomodori; anatra alle spezie orientali con chutney di mela annurca e arancia; pre dessert spuma di mandarino e ricotta; brownie con noci di Sorrento, farcito al caramello salato, mousse di caprino e sorbetto alla menta; post dessert mini pasticceria. Cosa ho bevuto? Qui si dovrebbe aprire un capitolo a parte considerata la competenza e la passione condivisa dei Riesling conGiovanni Starace, apertura con Buvoli rosè metodo classico, Peter Jakob Kuhn Riesling Trocken, Domaine Amiot Guy et Fils, Bourgogne chardonnay, Villa Dora Gelsonero Lacryma Christi, Marcel Deiss Riesling Alsace Riesling e per concludere Eiswein di Kracher. Come concludere se non con un plauso a questi grandi protagonisti (dalla proprietà:Elisa Balzano e Gerardo Gargiulo alle brigate di cucina e sala passando per l’accoglienza alla reception), che a pochissimi chilometri da Napoli offrono la scelta di trascorrere una bellissima serata elegante ma non spocchiosa, in un luogo di emozione, intuizione ed empito creativo dove il concetto di ristorazione, inteso come ristorare, corpo ed anima, qui c’è tutto.

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