Regione Campania -“I dati sulla sanità sono sempre più allarmanti. Dopo aver appreso, la settimana scorsa, che al Sud l’11% dei cittadini rinuncia alle cure per il caro ticket, oggi arriva lo studio dell’osservatorio Sanità di UniSalute, compagnia del Gruppo Unipol, che ha rilevato come, nell'ultimo anno, un Italiano su cinque non si sia sottoposto alle visite mediche a causa dell’aumento dei costi. E' possibile che in uno Stato dove il diritto alla salute è costituzionalmente sancito, il 7% della popolazione rinunci alle cure? E' possibile che i centri privati diventino più "convenienti" di quelli pubblici? E' possibile che le liste d'attesa continuino ad allungarsi? E' possibile che i ticket siano sempre più esosi? E' possibile che i Livelli essenziali di assistenza non garantiscano dignità a tanti malati la cui patologia non è inserita in elenco? E' possibile assistere all'incremento del 2,3% delle spese farmaceutiche a carico dei cittadini e commentare che - in fondo - l'aumento è stato più contenuto rispetto ad altre fasi? E' possibile tagliare sulla prevenzione senza considerare che la cura costa di più al Sistema sanitario nazionale? E a pagare sono sempre le fasce deboli... Da anni mi batto per una Sanità più umana, per l'adeguamento dei Lea ai bisogni effettivi della popolazione, per campagne di informazione e prevenzione.
In fase di spending review non ho esitato a chiedere lo sblocco del turn over, anche a costo di qualche inimicizia. Spero che la nuova versione di De Luca innamorato (politicamente, ovvio) del premier non gli impedisca di dirgli ciò che non va, dal taglio dei fondi alla Campania, alla rinuncia alle cure per l'11% dei cittadini della nostra regione a causa del caro ticket. La salute non si negozia”. Così Flora Beneduce, consigliere regionale della Campania e componente della commissione consiliare permanente che si occupa di Sanità e sicurezza sociale.
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