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Sant'Alessio d'Aspromonte |
Vico Equense - Venerdì mattina i sindaci della provincia di Napoli sono stati convocati dal Prefetto, per un nuovo faccia a faccia sul piano di accoglienza dei migranti. L’Amministrazione comunale di Vico Equense farà la sua parte, non si tirerà indietro nei confronti di persone che scappano dalla guerra, dalla povertà, dalle difficoltà. 67 i rifugiati da accogliere, anche se non si sa dove alloggiarli. Non ci sono strutture idonee. Fino a oggi solo 27 comuni su 92 hanno accolto. Il piano d'accoglienza degli 8.802 migranti che il governo intende distribuire nei comuni della provincia di Napoli sembra ancora in alto mare. La strada che conduce a una migliore accoglienza per ora sembra essere quella dei bandi Sprar che coinvolgono gli Enti locali nella gestione diretta dei centri, per questo c’è bisogno di un ruolo attivo dei sindaci, nell’organizzazione dei servizi di accoglienza. Come l’esperienza di Sant'Alessio d'Aspromonte, piccolo comune di circa 400 anime, a pochi km da Reggio Calabria. Un centro da prendere ad esempio per i progetti di accoglienza e integrazione che l'Amministrazione ha saputo mettere in campo. Ci ha creduto molto il giovane sindaco Stefano Ioli Calabrò e con lui il responsabile del progetto.
Luigi De Filippis, un medico che della gestione dei migranti sotto il profilo psicofìsico ha fatto scuola, diventando punto di riferimento a livello nazionale nel trattamento dei cosiddetti «vulnerabili», così definiti dal dipartimento per le libertà civili e l'Immigrazione, del Ministero dell'Interno. Un’esperienza, quella di Sant'Alessio, dove una ringhiera è stata dipinta con i colori dei Paesi di provenienza dei migranti, che ha portato il sindaco a essere invitato a Madrid per partecipare al Forum mondiale contro le violenze urbane e l’educazione alla convivenza e alla pace. I migranti sono stati inseriti nei servizi di pulizia delle aiuole, nel recupero floreale e in laboratori di falegnameria.
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