Monsignor Alfano e il Sindaco Buonocore |
Vico Equense - Questa mattina il prefetto di Napoli, Carmela Pagano, ha incontrato i comuni della provincia partenopea per definire, tempi, progetti e modi di accoglienza dei migranti. Circa quaranta i sindaci presenti ai quali la Pagano ha ripetuto che è tempo ormai di scelte concrete ed è, pertanto, necessario che ogni singolo Comune dichiari la formale volontà di adesione al piano di accoglienza. Cosa che, in parole povere, significa che ogni comune della provincia dovrà ospitare migranti sul proprio territorio, senza eccezione alcuna. L’alternativa potrebbe non essere piacevole per comuni già recalcitranti ad aprire le proprie porte a persone provenienti da Africa e Asia: riceveranno comunque i migranti ma non potranno più trattare le condizioni con la Prefettura. Il primo cittadino di Vico Equense, Andrea Buonocore, ha messo in risalto l’impegno ad accogliere chi fugge da guerre e fame, invitando il prefetto a pensare alla penisola sorrentina come a un territorio unico, che stando alle previsioni dovrebbe ospitarne 240. Un progetto unico, una rete di sei comuni, una sola voce che con l’aiuto dell’Arcidiocesi di Sorrento-Castellammare di Stabia, individuerà a breve una soluzione consortile. “Ho già sentito telefonicamente il vescovo Francesco Alfano, - spiega il sindaco Andrea Buonocore – per concordare un'azione sinergica di collaborazione. I Comuni non hanno immobili e strutture libere nelle quali ospitare i rifugiati politici, per questo motivo il coinvolgimento della Curia è fondamentale.
Questa sera farò un altro passaggio con il direttore della Caritas diocesana, don Mimmo Leonetti. I Comuni della penisola sorrentina – aggiunge il Sindaco Buonocore – s’incontreranno a stretto giro, congiuntamente al vescovo e al direttore della Caritas diocesana, per definire un progetto unitario da presentare in tempi rapidissimi alla prefettura di Napoli.” I comuni che non stanno facendo nulla o non stanno comunque facendo abbastanza per accogliere i migranti, hanno pochi giorni per indicare i tempi presunti per l’attivazione di centri di accoglienza o, quantomeno, di spiegare in quale modo vogliono attivare una collaborazione con la prefettura.
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