lunedì 12 febbraio 2018

Itarella e le altre storie…Rosatellum

di Filomena Baratto

Vico Equense - Il treno sfreccia e Itarella è seduta accanto al finestrino con Annuccia. Di fronte l’amica, che, come sempre, la accompagna ogni volta che va dal professore per il consueto controllo dell’ adipe. Questa volta ne approfitta per vedere il Carnevale di Viareggio. “ Tra i bambocci che vedremo sui carri ci sono anche i politici?” “Certo, risponde l’amica, lo spettacolo è dato soprattutto da loro!” “Uh, Maròòòòòò, pure qua si danno da fare! Il Primo sarà Renzi, gioca in casa, bellino lui, Mr Been italiano. Ma dico io, doveva proprio tirare la corda? Mo corre, corre, ma che vo’ fa? E poi sicuramente Gentiloni! Che faccia da pacioccone, tra un gentleman e un frate. E lo dice la parola che è pure garbato. Firenze, Renzi, il Rosatello…Te lo immagini Matteo sul carro che si scola il fiasco di vino, dopo una bella fiorentina!”. “Itarè, ma quale vinello, questo è il Rosatellum, la nuova legge elettorale, non un vino. Come andrai a votare?” “Con tanti nomi, una legge proprio Rosatella la dovevano chiamare? Ne hanno di fantasia ʹsti politici!” “Itarè, si chiama così dal suo ideatore, Ettore Rosato, capogruppo PD, da Rosato, Rosatellum…” “Si, come l’Italicum, il Porcello… Io ancora non ho capito i programmi, io voglio votare il programma, tanto le persone mi fanno ridere. In Italia la politica è una pagliacciata. E Berlusconi, dico, ancora in mezzo dopo quattro volte al governo? Questo ha fatto un patto col diavolo! Io ripeto, voto il programma!” “Tu credi che manterranno i programmi che promettono?” “Me lo auguro. La mia amica inglese mi ha detto che da fuori ci guardano male. Sul Guardiano c’era scritto che sono preoccupati…”


“Vuoi dire The Guardian, il giornale.” “Si, semp na cosa come o faro è! Diceva che sono preoccupati, l’Italia è il quarto paese dell’Unione e le nostre elezioni sono importanti pure pe’ loro. Il nostro voto è determinante. Spero che mi tolgano la “monnezza”, acciuffino i ladri, sistemino gli immigrati, mi facciano uscire pure di sera senza paura perché sono donna, che puniscano chi incendia il verde, che mettano in sicurezza gli edifici scolastici, come le scuole dei miei figli, che aggiustino le strade fatte come il groviera, che non mi facciano attendere un anno per una mammografia e non mi costringano alla clinica privata e soprattutto mi facciano sentire libera e non in un paese con aria da fascismo. La gente fa presto a dimenticare la guerra. Ma hanno ragione, qui nessuno l’ha fatta, che vogliono sapere!” “Itarè, hai fatto l’elenco della spesa!” “Tutti come i cani arrabbiati! Vedi Salvini mi sembra un bulldog sempre a strillà, intanto lo pagano pure! La Melloni “ –Meloni, prego! “ Sì, Mellone, mi dici che fa? Spreca quella grinta a vuoto. E poi quel povero Grillo, dopo tutto quello che ha fatto, che fa? Si vuole nascondere e il motivo è che anche a lui Di Maio non sta bene. E’ un “bambolo” che dice le poesie. E dico ʹmparatele bene, ripetile più volte! No, insiste e sbaglia pure a parlà. Comme se po’ votà uno così? La Bonino, ma con chi parla, che dice? Tanta ʹna brava donna, ho capito solo che invece dell’Italia parla dell’Europa. La mia amica inglese dice che là le strade sono tutte belle e lisce, come la pelle e da questo si vede la civiltà di un popolo, proprio come da noi! Io voto chi risolve i problemi! A scuola di mio figlio attendiamo l’ennesima supplente. Arrivano e se ne vanno! E la criminalità, ne vogliamo parlare? Com’è possibile che uno spiegamento di forze non riesca ad assicurare alcun ordine?”. “Dipende da noi, Itarè!“ “E’ per questo che mettiamo lì i nostri rappresentanti, i quali credono di andare a fare i fatti loro. Aveva ragione Roberto, qui fanno tutti i fatti loro!” “ Federico De Roberto, autore dei Vicerè!” “Sì, Roberto o Federico, tiene due nomi, proprio lui! Io non ho proprio voglia di votare. Tanto è tutto un “accattarselo” il voto!” “Eh, no, è un dovere votare, non puoi esimerti!” “Io non mi posso esimere ma loro mi possono bistrattare? Quanti diritti vengono lesi ai cittadini, quante omissioni, quante prepotenze? Il voto è diventato una merce. Pare che votiamo noi, ma siamo solo burattini senza voce in capitolo”. “Votare è necessario Itarè, per il bene del paese”. “ Se potessero eleggersi senza il voto, lo farebbero”. “Bisogna sempre avere fiducia! “Sai qual è il problema, che in Italia non c’è mai stata una rivoluzione dal basso, ma se il popolo si sveglia, altro che 1798 e 1799. Mio padre dice che il paese è una colonia di altri e noi contiamo meno che zero. Papà è un uomo di polso!” “Itarè, queste sono vecchie idee che hanno il tempo che incontrano!”. “I politici devono capire che i problemi vanno risolti. L’immigrazione e la disoccupazione con la criminalità al primo posto. La disoccupazione tocca un terzo di tutti coloro che sono sotto la soglia dei 25 anni. L’immigrazione è diventata la grande preoccupazione dopo gli ultimi fatti accaduti. C’è ancora la corruzione al Sud altro preoccupante problema. La campagna elettorale predilige il terreno dei media, dove gli animi si infervorano. Il tutto condito da selvagge promesse che rasentano l’inverosimile tanto che il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha richiamato all’ordine per definire programmi possibili e reali e soprattutto da mantenere dopo la campagna elettorale”. “Vedremo quel che succede dopo il voto!” “Qua mi sembra la storia del binario 9 e ¾ di Harry Potter, ti devi ricordare, per votare. La legge, sistema misto tra proporzionale e maggioritario, prevede un terzo dei deputati e senatori eletto in collegi uninominali, i restanti due terzi sono eletti dal sistema proporzionale di lista. Ma così difficile deve essere? Lo sanno che, se al governo ci sono gli ignoranti, la gente può anche non conoscere le frazioni e le percentuali? Vabbè la legge non ammette ignoranza e allora lo Stato deve informare tutti prima del voto. Invece, giocano proprio sull’ignoranza: tu non capisci, così voti a caso. Abbiamo dato la pazziella in mano ai bambini! Io credo che non solo ‘o faro, guardiano, comme si chiama, ma tutti i giornali fuori ridono di noi. Paese del fammi ridere. Omar e suo fratello Yasuf, i barconi, le baby gang, il lavoro cercano soluzioni ed è compito di chi governa. La politica è un servizio! Se mi scoccio lo faccio io un partito e mi vado a sedere nel dormitorio pubblico del paese, ma “scetata” da questo sonno! Della serie Nessun Dorma, mi perdonerà Giacomo Puccini se il mio partito avrà il nome della romanza della sua Turandot! Nessun Dorma, perché vado lì e faccio svegliare tutti!”

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