giovedì 29 marzo 2018

Gli avvocati di Schettino: «Pronti a chiedere la revisione del processo»


Fonte: Ciriaco M. Viggiano da Il Mattino

«Stiamo valutando la possibilità di chiedere la revisione del processo a carico di Francesco Schettino anche a prescindere da un'eventuale sentenza favorevole della Corte europea dei diritti umani»: ad annunciarlo sono stati gli avvocati dell'ex comandante della Costa Concordia, condannato in via definitiva a 16 anni di reclusione per il naufragio della nave che il 13 gennaio 2012 costò la vita a 32 persone. Stamane il collegio difensivo di Schettino - formato da Saverio Senese, Pasquale De Sena, Paola Astarita, Irene Lepre e Donato Laino - ha illustrato le ragioni alla base del ricorso che recentemente è stato presentato alla Corte europea dei diritti dell'uomo e ha pure superato il primo vaglio di ammissibilità. «L'intento - ha spiegato De Sena - è quello di ribadire il diritto di Schettino a un processo equo ed equilibrato».
 
Questo perché l'intera vicenda processuale che ha avuto l'ex comandante come protagonista sarebbe stata segnata da «sintomi di iniquità». Il primo elemento su cui i legali fanno leva è quello della mediatizzazione del giudizio: «In relazione al caso Concordia - ha aggiunto De Sena - la pressione mediatica è andata oltre misura, il che è indice rilevante di un processo non del tutto equo». Tra i motivi di ricorso c'è la presunta violazione del principio del giudice naturale precostituito per legge: in secondo grado Schettino sarebbe stato sottoposto al vaglio di una sezione della Corte d'appello di Firenze diversa da quella prevista dalle tabelle di organizzazione degli uffici. Sul punto, l'avvocato Senese ha spiegato come questo aspetto del processo abbia portato a «una violazione dell'articolo 25 della Costituzione», evidenziando pure come nel ricorso presentato da Schettino a Strasburgo non vi sia alcun «intento rivendicativo, ma soltanto quello di affermare principi di diritto che valgono per tutti i cittadini d'Italia e d'Europa». Ora non resta che attendere la decisione della Corte: se dovesse essere favorevole all'ex comandante della Costa Concordia, per quest'ultimo si aprirebbe il processo di revisione davanti alla giustizia italiana. «Ma non escludiamo la possibilità di chiedere la revisione a prescindere dalla sentenza della Corte europea», ha annunciato Senese. Ma che cosa ne pensa il diretto interessato? Schettino, recluso da maggio 2016 nel carcere di Rebibbia, ha incontrato pochi giorni fa i suoi legali. A loro ha manifestato la volontà di inviare a Strasburgo un atto formale con due obiettivi: ribadire la necessità di un giusto processo e devolvere l'indennizzo che la Corte dovesse eventualmente riconoscergli ai familiari delle vittime del naufragio. Secondo quanto riferito dall'avvocato Paola Astarita, l'ex comandante avrebbe precisato che «il ricorso non è un'iniziativa contro lo Stato italiano, ma uno strumento per chiedere un giusto processo nel rispetto dei diritti costituzionali e dei principi sanciti dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo». L'avvocato Irene Lepre ha aggiunto che Schettino «si aspetta la tutela dei diritti di cittadino italiano e europeo» e ha sottolineato come il clima che ha condizionato l'esito del processo all'ex comandante non sia attribuibile soltanto alla stampa, ma «anche a organi istituzionali». L'avvocato Laino, infine, ha ribadito come il marittimo metese sia stato presentato all'opinione pubblica come «capro espiatorio», nonostante il naufragio della Costa Concordia sia stato un evidente caso di «incidente organizzativo» in cui «un intero sistema non ha funzionato».

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