sabato 3 novembre 2018

Ricordare il 4 novembre per non dimenticare i valori dell'Europa

Fonte: Elisabetta Trenta, Ministro della Difesa – da Il Mattino

Quando il 1 giugno ho avuto l'onore e il privilegio, in qualità di ministro della Difesa, di prestare giuramento dinanzi al presidente della Repubblica, accanto all'emozione indescrivibile del momento, fin da subito ho avuto chiari tre aspetti. In primo luogo il grande senso di responsabilità legato al mio incarico; dopo di che ho pensato all'indomani, al 2 giugno: si sarebbero svolte le celebrazioni per la festa della Repubblica e avrei accompagnato il presidente all'Altare della Patria, poi avrei percorso i Fori imperiali per la tradizionale parata. Infine, come Capitano della riserva selezionata, la piena consapevolezza che questo 4 Novembre sarebbe stato, in un certo senso, diverso. Domani celebreremo i 100 anni dalla vittoria di una guerra, tra le più feroci di sempre, che solo al nostro Paese costò più di un milione di morti, tra vittime civili e militari. Vorrei soffermarmi sui caduti di ieri e di oggi. Sui ragazzi del '99, sulla signora Maria Maddalena Bergamas, che al momento della scelta simbolica di una delle undici salme raccolte nella Basilica di Aquileia antepose, nel lontano 1921, il dolore di tutte le madri al proprio dolore. Il dolore di una guerra che aveva ferito ognuno di noi, indistintamente. E con quel gesto indicò la via del ricordo. Scelse la memoria, all'oblio. Una memoria che deve poter restare viva, onorando chi ogni giorno mette a rischio la propria vita, in patria e all'estero, per garantire la nostra sicurezza.
 
Con questo spirito, nel rispetto istituzionale e umano che nutro nei confronti del Capo dello Stato, cui la nostra Costituzione affida il Comando delle Forze Armate, ho avviato un concreto percorso di avvicinamento al 4 Novembre da sviluppare soprattutto attraverso il coinvolgimento dei giovani. A tal fine, il 18 ottobre ho aperto le celebrazioni per questa importante giornata alla presenza di una nutrita rappresentanza di studenti. Conoscere e conoscersi ritengo sia ciò che più di ogni altra cosa possa consentirci di ritrovare e ricostruire quel vero senso di unità che animò il Paese durante la Grande Guerra. A distanza di 100 anni, tuttavia, oggi la pace non è un bene scontato che possiamo permetterci di dare per acquisito, ma è qualcosa che va costruito e preservato ogni giorno. È un valore che va affermato attivamente. La parola sola non basta, esige infatti dei contenuti quali giustizia, uguaglianza, libertà. E richiede strumenti: le persone. Noi, innanzitutto, dobbiamo agire come strumenti di pace, educando i nostri figli alla condivisione, alla solidarietà, al rispetto della dignità umana. In questa cornice, l'Unione europea oggi costituisce una realtà fondamentale, imprescindibile per la realizzazione di un futuro stabile e di prosperità. Nessuno in Europa, tanto meno l'Italia, potrebbe affrontare le attuali sfide della globalizzazione con la sola forza delle proprie braccia. Il cammino verso l'integrazione europea ha visto muovere importanti passi avanti negli ultimi anni, ma è chiaro che bisogna fare di più. E il legame che ci unisce al passato, dall'armistizio di Villa Giusti a oggi, è un legame che, nonostante le difficoltà, si basa sull'identità di valori. A partire dal rispetto per la democrazia e dello Stato di diritto.

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