Nello Savarese |
Intervista rilasciata al settimanale Agorà del 30 maggio
Vico Equense - Sulle prospettive del turismo in Penisola abbiamo parlato con Nello Savarese, funzionario regionale in pensione, prima responsabile del comitato tecnico scientifico ed oggi presidente della Fondazione ITC BACT, un organismo che fa formazione e ricerca proprio sulla gestione dell’incoming. Lei è stato nominato Presidente della Fondazione ITS Bact. Ce ne parla? La Fondazione ITS BACT è stata istituita e finanziata dal MIUR (Ministero dell’istruzione Università e Ricerca) e co-finanziata per il 30% dalla Regione Campania, nel 2009, per adeguarsi al quadro internazionale dove, finita l’istruzione secondaria si accede all’istruzione terziaria, che può essere o di tipo accademico (Università) oppure di tipo professionalizzante e per rispondere alla domanda di professionisti, con le competenze tecniche più richieste dalle aziende, pronti a entrare nel mondo del lavoro. Nello specifico su cosa verte la formazione che offrite? Tecnologie innovative per i Beni e le Attività Culturali e il Turismo. L’istituto campano realizza, stabilmente e con diversi indirizzi, almeno 4 corsi biennali per tecnici superiori per: la gestione turistico-ricettiva (es. Turismo 4.0 - Enogastonomia mediterranea); la comunicazione e il marketing delle attività culturali e turistiche (es.IoTT – Internet of Things nel Turismo e Produzione e post produzione audiovisiva e cinematografica);la conduzione di cantieri di restauro architettonico (es Bim dalla progettazione al collaudo per edifici/monumenti storici e Restauro 4.0 di parchi e giardini storici); la produzione/riproduzione digitale e in una logica di economia circolare, di manufatti artistici derivanti da materiali naturali (es.residui della manutenzione di boschi, parchi e giardini storici per gadget e souvenir turistici, strumenti musicali, oggettistica da arredo domestico e urbano).
Che tipo di riscontro lavorativo c’è? Alcuni dati del prevedibile successo di questo nuovo segmento formativo sono: n.104 ITS in Italia (in Campania 9); più dell’80% degli allievi trova lavoro (anche autonomo e imprenditoriale) entro 1 anno, anche in Campania, e prevalentemente nell’azienda nella quale passa più del 60% del monte ore del corso (1800tot) ; il 50% dei docenti proviene dal mondo del lavoro e l’altro 50% dal mondo accademico (per riconoscimento di crediti per l’accesso al 3° anno di un corso universitario attinente, agli interessati a studiare ancora);il 50% dei corsi utilizza tecnologie della 4° rivoluzione industriale. Ad oggi la ns. fondazione ha rilasciato diplomi specialistici a circa 600 allievi con un placement di oltre l’80%. La Fondazione non ha più alcun rapporto con il complesso denominato SS Trinità di Vico Equense? Mi fa piacere che lei mi faccia questa domanda perché mi consente, ove mai ci fosse ancora qualche dubbio, di fare finalmente chiarezza: “la Fondazione ITS BACT da quando la precedente Presidenza decise, volontariamente, dopo qualche anno (visto che il contratto non era scaduto) di lasciare i locali che aveva in comodato d’uso, per favorire il processo di riqualificazione e rilancio della Complesso storico, in una un’ottica di gestione pubblica. Per quanto riguarda i rapporti, la Fondazione ITS BACT, tranne che all’inizio, non ha avuto e non ha nessun rapporto con il complesso SS.Trinità, a proposito del quale, da cittadino di Vico Equense mi rimane il rammarico e la tristezza di vederlo in quelle condizioni di degrado, nonostante il suo valore storico culturale e questo, nonostante la Regione Campania, nel periodo 2006 -2018,abbia finanziato il recupero di gran parte dei complessi storici-culturali esistenti nel territorio regionale (basta fare un giro per i Comuni della Campania per riscontrarlo) tra i quali c’è stato in lizza anche la SS.Trinità che non beneficiò del finanziamento per la rinuncia a proseguire l’iter procedurale da parte del commissariamento dell’epoca. Ciò significa, e mi dispiace dirlo, che c’è stata sicuramente disattenzione anche da parte dei rappresentanti delle Istituzioni locali nel non aver saputo approfittare delle opportunità e delle risorse messe in campo dalla Regione. … Ma voglio augurarmi, sempre da cittadino vicano, che ci possano essere altre opportunità per supportarne l’onerosa riqualificazione e che soprattutto possano essere i cittadini di Vico a partecipare alla definizione di un piano di utilizzo e fruizione rispondente alle loro esigenze. La crisi ha colpito duramente il turismo, la vostra mission principale. Secondo lei l’incoming del territorio è destinato a cambiare? La Penisola sorrentina è storicamente un territorio di eccellenza in ambito turistico riconosciuto nel mondo. E questo è stato possibile, innanzitutto nei corsi e ricorsi storici legati al circuito del Gran tour quando il nostro territorio ha beneficiato della visita e della presenza, oltre che dei rampolli dell’aristocrazia europea che venivano in Italia (e anche qui) per “imparare a vivere”, anche delle più significative personalità del mondo dell’arte e della cultura. Ma è stato possibile anche e, forse soprattutto, per la capacità di accoglienza e di imprenditorialità dei cittadini della Penisola che, sono stati capaci di implementare quel circuito fino a farlo diventare permanente, capitalizzando e sviluppando quegli attrattori vocazionali (paesaggio, agricoltura, gastronomia, balneazione, arte …) e quella condizione di benessere diffuso di cui ancora oggi beneficiamo. Quali sono le principali criticità del territorio? L’accessibilità e la mobilità, che richiede una forte programmazione integrata, con interventi drastici tra i quali: - forte limitazione alla circolazione di bus turistici (circa 300 pulman turistici giornalieri in un percorso di andata e ritorno dalla Penisola) prevedendo un’opera di interscambio all’altezza del territorio Torre Annunziata-Pompei con collegamento diretto alla Circumvesuviana e alla Ferrovia dello stato); -potenziamento del servizio espletato dalla Circumvesuviana un’ipotesi di co-gestione (anche partecipando alle spese) della linea per Sorrento in modalità metropolitana; -implementazione degli spostamenti turistici con mobilità via mare attraverso l’utilizzo di nuovi mezzi marini a basso inquinamento (motoscafi taxi e metrò del mare); incoraggiamento della mobilità elettrica (bici, auto, micropulman,..,) nei centri storici dei comuni e tra comuni, con ampio ricorso alla pedonalizzazione degli stessi. Riflessione del resto già avviata con il progetto europeo dal titolo “Mobilità Sostenibile e Accessibile nelle destinazioni turistiche di eccellenza in risposta alla Call di Interreg europe sul topic “Economia a basso contenuto di carbonio” che la stessa fondazione con il contributo dei comune di Sorrento e dei dirigenti e funzionari degli altri comuni della penisola, avevano elaborato e presentato nel periodo 2016-2017. L’inquinamento atmosferico e il depauperamento delle risorse naturali (agricole e forestali): con un forte intervento di salva-guardia e valorizzazione del territorio boschivo e di quello destinato all’agricoltura e alla zootecnia oltre che di miglioramento ai fini della fruizione del turismo naturalistico e sportivo (trekking,……….) La governance pubblica, magari immaginando, in attesa dell’istituzione del Comune unico, almeno la gestione di servizi associati o sovracomunali (es. mobilità, sicurezza, pianificazione e marketing territoriale e, perché no, gestione degli eventi culturali così da concentrarli, rilanciarli in una valenza internazionale e riducendo l’impiego di risorse pubbliche disperse in mille iniziative molto spesso sovrapposte e di poca qualità ),così da ottenere almeno un identità turistica unica, sicura, di qualità e a misura dei turisti e dei cittadini residenti in sostanza. Una cosiddetta "Quality Security Destination Committed” Su cosa puntare? Il destino del cambiamento del comparto turistico di questo territorio, oltre che alla rimozione o almeno riduzione di tali criticità potrebbe essere centrata sulla valorizzazione della consistente parte verde del territorio ed alla sua stretta integrazione con quella costiera (recente la Bandiera blù di Vico Equense che si aggiunge a quelle di Sorrento, Massa Lubrense e Piano) e qui è forse il caso di prefigurare un allargamento del Parco marino come attrattore culturale per evitare lo scempio dell’autostrada del mare con centinaia di natanti con motori di grande potenza circolanti a pochi metri dalla costa). Integrazione dei territori cui corrisponde l’integrazione delle attività produttive turistiche (ambientali culturali e religiose), agricole, agroalimentari, artigianali d’arte,… con quelle turistico-ricettive e gastronomiche già riconosciute anche grazie alla generazione di chef che la nostra scuola alberghiera è stata capace di portare nel mondo. Inoltre sarà soprattutto affidando ai giovani “nativi digitali” un ruolo di protagonisti, custodi intraprendenti, nella salvaguardia e valorizzazione dei “tesori” materiali e immateriali di cui la Penisola sorrentina è dotata, ma anche nella creazione di nuovi e innovativi servizi di accoglienza, soggiorno e divertimento per i più giovani e forse per le loro famiglie ripristinando l’antica tradizione delle “case vacanze”, molto richieste in questo periodo di emergenza Covid19, dal momento che, fino a nuove aperture degli spostamenti con l’estero, saranno solo gli italiani, non più tanto benestanti, a venire in vacanza da queste parti. In che misura le nuove tecnologie possono salvare il turismo? C’è chi dice che è arrivato il momento per passare dall’over tourism allo slowtourism. Monte Faito potrebbe essere il luogo adatto per realizzare questa inversione di tendenza? Le nuove tecnologie possono dare un grosso contributo al rilancio del turismo, ma io non direi a “salvare” perché nulla sarà più come prima. Certamente nell’era digitale e nella fase di prevenzione della pandemia con il “distanziamento” sociale possono aiutare a livello di comunicazione, promozione e vendita di “pacchetti turistici sicuri” per target di visitatori e turisti molto diversi (brochure virtuali con realtà virtuali di presentazione e dei luoghi e di itinerari visita, collegamento a Banche dati tematiche nazionali e internazionali- BigData,…), ma soprattutto bisognerà che le attività turistiche, per diventare competitive oggi anche a livello nazionale (oltre che internazionale), si trasformino in “imprese 4.0” ovvero adottino tutte quelle misure e soprattutto quelle tecnologie che le traghettino verso questo nuovo universo (Key Enabling Technologies). Ma qui emergono i gap generazionali e si ritorna alla necessità di lasciare più spazio a giovani ben preparati, capaci di tradurre in servizi innovativi, le sapienze e le esperienze secolari di un “territorio turistico” rinomato come la Penisola Sorrentina. Mi sembra che già quanto fin qui detto mi faccia propendere per uno slow tourism e direi anche, come discusso tempo fa con il sindaco di Sorrento per lo sviluppo della nicchia turismo leasure (business+leasure o leisure) trasformando il turismo “congressuale” comparto tradizionale dalle nostre parti, associando, non occasionalmente, ai convegni, meeting, convention, congressi, servizi per il tempo libero e/o per gli accompagnatori, e non solo (ristorazione, sentieristica, terme, fitness, luoghi di culto, shopping..). E su Monte Faito? Monte Faito, per Vico Equense, in tempo di distanziamento sociale potrebbe aiutare! Si tratta di un Bosco storico e che la casa reale dei Borbone impiantò per avere “Alberi adatti a fornire legno per la costruzione di navi”, ma che oggi potrebbero essere utilizzati da giovani start upper per lavorazioni artigianali 4.0 di oggettistica di arredo, gadget, souvenir,…strumenti musicali Nella dimensione di patrimonio storicoculturale il Faito può essere oggetto di finanziamenti pubblici oltre che per la conservazione restauro di un patrimonio culturale / attrattore turistico da salvaguardare e fruito per vacanze “distanziate” di benessere, , ma anche per lo sviluppo di economia circolare come “sistema di assorbimento di CO2 per combattere l’inquinamento o come sede di una “centrale di compostaggio” da residui della manutenzione del verde, per i giardini e gli orti privati e pubblici dell’intera Penisola. Cosa manca alla Penisola sorrentina per essere competitiva rispetto alle principali mete del turismo internazionale? Una cooperazione produttiva diffusa e una governance istituzionale più partecipata dai cittadini, orientata al miglioramento dei servizi di sistema, e meno protagonista di interventi e iniziative spot che favoriscano singoli comuni o piccole corporazioni, oltre che un veloce transito delle imprese della filiera turistica verso l’universo 4.0. Bisogna in sostanza rilanciarsi e riaffermarsi come Destinazione orientata al Benessere sociale oltre che economico dei cittadini e alla Sicurezza dei Turisti , ma anche, più che mai ai tempi della pandemia, dei cittadini residenti. Oggi, Vico Equense ha una identità turistica definita? Purtroppo Vico pur essendo il comune della costiera con la più alta concentrazione di risorse (naturali, ambientali, gastronomiche, agricole, culturali) finora non è riuscita ad esprimere tutto il suo potenziale ai fini della presenza turistica. Forse sconta un po' questa dicotomia “fisica” laddove non è totalmente riconosciuto come Comune della Costiera e non vuole essere considerato un avamposto dell’area metropolitana di Napoli rimanendo, in tal modo, in un limbo sociale e culturale che ne penalizza pienamente lo sviluppo. Certo devo dire che la classe dirigente (istituzionale e imprenditoriale) non ha aiutato, rimanendo spesso a rimorchio di fenomeni evolutivi che altri, anche vicini geograficamente, hanno sviluppato e capitalizzato. Eppure ritengo che ci siano ancora grossi margini di recupero facendo leva sulle nuove generazioni e puntando decisamente verso l’Industria Turistica 4.0, nella versione Slow cui ho fatto fin qui riferimento, incrementando, però, la salvaguardia e la maggiore valorizzazione delle eccellenze che qui sicuramente si ritrovano: il paesaggio, il mare, la campagna e la montagna, le produzioni agricole, e la gastronomia con i Suoi chef Ambasciatori. Come uscire dalla crisi economica causata dall’emergenza sanitaria? Studiando un concept di “turismo sicuro” in grado di evidenziare le condizioni di sicurezza offerte da tutti i turismi al quale la Penisola è in grado di dare una risposta a tutti i diversi target di turisti, che forse non sono mai venuti (l’intera gamma dei diversi per età, origine, condizioni economiche, stato di salute, abitudini di svago,…) e organizzare integrazioni tra sotto comparti (trasporti, ricettivo alberghiero ed extralberghiero, pubblici esercizi, stabilimenti termali e balneari, luoghi di culto,…) in maniera tale da creare “club di prodotto turistico sicuro , tematici o settoriali targettizzati”. E’ arrivato il momento di lanciare un patto intergenerazionale che metta in campo: idee, entusiasmo, competenze, risorse in grado di posizionare Vico Equense, oltre che in Penisola Sorrentina, tra le prime destinazioni Italiane ad adottare una strategia ed un brand orientati alla Qualità, al Benessere e alla Sicurezza.
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