Vico Equense - E’ di qualche giorno fa la consegna del primo menù in braille, nell'ambito del progetto "Tutti a tavola", pensato per abbattere le barriere sensoriali e promuovere una ristorazione e un turismo inclusivo. A proporre l'iniziativa e a coordinare le fasi operative, il Garante per le Persone con Disabilità della Città di Vico Equense, Emilia Terracciano, che si è resa disponibile ad illustrarci il progetto e a parlarci del suo ruolo. Com'è nato "Tutti a tavola"? L’idea di promuovere il menù in codice Braille presso gli esercizi di ristorazione si è manifestata durante i mesi piuttosto duri della pandemia. Non appena ci sono state le condizioni, ho iniziato a porre le basi per la realizzazione di questo progetto, parlandone prima di tutto con il gruppo di lavoro che supporta l'attività del Garante, e coinvolgendo poi gli altri soggetti che ritenevo potessero offrire un contributo significativo e determinante all'iniziativa. In particolare, la Fondazione Sinapsi di Cava de Tirreni, ente senza scopo di lucro che ha offerto la consulenza sulle tecnologie circa la trasformazione di un menù cartaceo in menù accessibile anche alle persone con disabilità visive, nonché l'impegno a produrne una copia in Braille per tutti i ristoranti, bar e pizzerie aderenti all'iniziativa. II progetto è stato proposto all’Amministrazione e lanciato in occasione della scorsa Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità, il cui tema è stato dedicato alla ricostruzione, verso un mondo post Covid-19 inclusivo della disabilità, accessibile e sostenibile. Attualmente sono coinvolti, oltre alla Fondazione e al gruppo di lavoro del Garante, l’A.COV.E., I'Aicast, l'Ascom, l’associazione Pizza a Vico e gli Assessorati alle Politiche Sociali e al Turismo, Cultura e Attività Produttive.
La Fondazione ha realizzato il primo menu in linguaggio Braille, consegnato lo scorso lunedì 24 maggio al Ristorante Bar "Wembley" di Vico Equense, ai titolari Margherita Aiello e Aniello Guidone. Alla consegna sono stati presenti l'assessore alle Politiche Sociali e vice sindaco - Franco Lombardi, Carmen Bruna Ibello - pedagogista e tiflologa della Fondazione Sinapsi, dei rappresentanti dell'associazione "Oltre il Guscio” Anna Alvino e Susy Di Martino, e di Margherita Carbone – formatrice. Margherita Aiello, che è anche Presidente dell'A.CO.V.E., si è fatta inoltre portavoce del progetto presso i ristoratori, i bar e gli altri locali addetti alla somministrazione del territorio vicano, che forniranno i loro menù per consentire alla Fondazione Sinapsi di procedere con la traduzione in codice Braille. Lo step successivo del progetto prevede la realizzazione di un Qr Code accessibile, attraverso il quale l'utente con un ampio ventaglio di disabilità visive potrà ascoltare il menu. L’iniziativa rientra nell'ambito di un discorso più ampio, in cui si intrecciano diversi aspetti molto importanti per la diffusione di una cultura dell'inclusione: abbattimento delle barriere sensoriali, fisiche, sociali, per un turismo inclusivo reale, che favorisca T'accoglienza, l'autonomia e la libertà di autodeterminazione delle persone con disabilità. Come i ristoratori vicani lo hanno accolto? L’iniziativa ha suscitato piacere e interesse. Credo che sia un giusto connubio tra sensibilità e apertura, un gesto concreto in favore dell'inclusione delle persone con disabilità, e l'opportunità di dare un valore aggiunto alla propria attività commerciale. Si tratta anche di un'occasione di crescita civile per l'intera comunità, che viene "educata all'inclusione e alle pari opportunità. La piena partecipazione delle persone disabili alla società e all'economia è fondamentale, poiché l'accessibilità di tutti ai servizi e prodotti apre anche nuovi sbocchi commerciali. Per contro, l'esclusione rappresenta l'elemento in maggior misura negativo nella vita delle persone con disabilità. Quante adesioni ci sono state? Allo stato attuale quindici, ma il numero cresce di giorno in giorno. Bisogna considerare che siamo appena usciti da un periodo di forti restrizioni per gli esercizi di ristorazione, a causa delle misure di contrasto al Covid-19. Tale circostanza ha rappresentato un deterrente per le adesioni. Sicuramente le aperture e la ripresa della socialità, complice anche la bella stagione, incoraggeranno le adesioni, non solo sul territorio di Vico Equense: mi auguro che in un prossimo futuro, magari sempre più liberi dallo spettro della pandemia, il progetto sia esteso agli altri Comuni della Penisola Sorrentina, località votate al turismo. Si aprirebbe cosi una prospettiva verso un turismo accessibile e inclusivo. Cresce la sensibilità dei cittadini e degli amministratori rispetto ai temi dell'inclusione? Per istinto mi verrebbe da dire che, di fondo, la sensibilità è un qualcosa di innato. O si ha o non si ha. Razionalmente, dico che la sensibilità ri- spetto ai temi della disabilità va stimolata, incoraggiata, coltivata con opere di sensibilizzazione e con azioni concrete, per cui essa cresce nella misura in cui questi temi sono portati costantemente e con forza all'attenzione della comunità e in particolare degli amministratori, soprattutto i temi dell’acessibilità. Purtroppo si deve constatare che l’inclusione sociale e le barriere architettoniche rappresentano ancora un fallimento della società. E’ necessario lavorare per rendere realmente accessibile ed inclusiva la nostra città, abbattendo le barriere architettoniche, ma anche quelle mentali, ancora radicate nel nostro tessuto sociale, eliminando il loro potere invalidante. II presupposto è quel cambiamento culturale basato sulla consapevolezza che quando si parla di condizioni di vita delle persone con disabilitá, si sta parlando di una parte significativa della comunità, che ha diritto innanzitutto ad essere messa in condizione di circolare in libertà e sicurezza. Abolire le barriere architettoniche non significa solo rispettare una normativa, ma rappresenta soprattutto una conquista civile con un'importante ricaduta sociale, che interessa anche altre fasce deboli, come bambini e anziani, cui spesso, a causa di tali barriere, viene negato un completo diritto alla mobilità. Io credo che un cambiamento sia già in atto. Da quando è Garante, quali progetti sono stati avviati? Nell'arco di questo primo anno di incarico, i progetti sono stati tre: "Chi è il disabile? (una persona), un' iniziativa culturale, formativa e sociale attuata in sinergia con Amministrazione, Istituzioni scolastiche e associazioni/cooperative del territorio e non. Il progetto è stato di fatto avviato lo scorso luglio 2020 con un esperimento sociale, proseguendo prima con un incontro pubblico sulle tematiche della disabilità, poi con una serie di incontri nelle scuole, finalizzati alla promozione di percorsi di inclusione e costruzione di una cultura della disabilità, a cura dell'Agenzia Letteraria Contrappunto House of Books. A brevissimo, con il termine dell'anno scolastico, l'iniziativa sarà conclusa. Il secondo progetto è di tipo formativo, finalizzato all'abbattimento delle barriere alla Comunicazione, proposto all'Amministra Z1one in sinergia con l'Associazione Sordi Campani, ma bloccato a causa della pande- mia e non ancora avviato. L’iniziativa consiste nella realizzazione di un corso base LIS (Lingua dei Segni Italiana), rivolto principalmente a dipendenti pubblici addetti alle pubbliche relazioni e in segnanti, nonché l'istituzione presso l'Amministrazione del servizio di interpretariato LIS in occasione di Consigli Comunali, seminari, convegni ed altri eventi organizzati sul territorio, anche dal Garante. L'auspicio è che a breve il progetto si possa realizzare concretamente. Il terzo progetto è - appunto -"Tutti a tavola". Per il resto, l'attività del Garante è tutta documentata nella relazione annuale presentata all’Amministrazione lo scorso mese di aprile. Cosa significa per lei essere Garante per le Persone con Disabilità della Città di Vico Equense? La risposta è nella parola "Garante Per me significa essere obbligati verso l'altro, che non ha scelto né cercato la condizione di disabilità, che io stessa mi trovo a vivere. Significa tutelare i diritti della persona con disabilità e delle loro famiglie, promuovere tutte le iniziative opportune per assicurare la loro integrazione ed inclusione sociale in tutti gli ambiti della vita. Significa anche vigilare e assicurare che i servizi offerti siano attivi e funzionali, incentivare la conoscenza da parte dei cittadini delle norme sulla disabilità e tanto altro. Una bella esperienza, una grande responsabilità civile e morale. Ci sono altre iniziative in cantiere? Le idee per nuove iniziative non mancano. In generale, vorrei dedicarmi alla progetta- zione di contesti inclusivi, dove stimolare e valorizzare le potenzialità e le capacità residue delle persone con disabilità, ma anche quelle inesplorate del nostro bel territorio. Ciò interagendo in modo costruttivo con i soggetti istituzionali, delľ'economia sociale, del Terzo Settore, e portando l'innovazione anche in contesti come quelli sportivi, culturali, formativi e del tempo libero. Devo dire però che il Garante promuove e si fa coinvolgere anche in progetti ideati e strutturati da altri soggetti che operano nel campo della disabilità. E il caso del progetto di teatro inclusivo "Centro recupero emozioni", ideato dall'Associazione "Oltre il Guscio" di Vico Equense con la collaborazione e il coordinamento di due attori professionisti campani che vivo- no a Roma - Aldo De Martino e Monica Maiorino. L'iniziativa è stata portata avanti finora attraverso collegamenti a distanza. E prevista invece una settimana di laboratorio e la messa in scena in presenza, il prossimo mese di luglio, di un happening teatrale. Qual è stato il momento più difficile e quale la più grande soddisfazione? L’attività del Garante è stata condizionata dal sopraggiungere improvviso della pandemia. Il periodo, piuttosto che il momento, più critico è relativo alle difficoltà nella comunicazione. E’ facile comprendere che incontrare funzionari, impiegati e utenti per poter venire incontro ai bisogni e istanze delle persone con disabilità è cosa diversa dall'operare a distanza. La disabilità è una condizione che abbraccia tutti i settori della vita, quindi coinvolge tanti uffici, assessorati e va affrontata in modo trasversale, per cui l'interazione e la collabo- razione tra soggetti coinvolti è fondamentale e condizione prioritaria. Purtroppo la pandemia ha fortemente compromesso tutto ciò, rendendo complicato raggiungere le figure istituzionali interessate. La più grande soddisfazione, invece, l'ho avuta quando, pochi giorni fa, la nostra amica Margherita Carbone ha letto il menu stampato in codice Braille. Margherita ci ha dato il senso, il valore di un gesto concreto che favorisca l'integrazione dei soggetti svantaggiati, che restituisca loro dignità, indipendenza, libertà di scelta e rappresenti anche un’opportunità di crescita civile per tutta la comunità, contribuendo a consolidare una cultura inclusiva.
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