L’assenza assordante dei consiglieri “Vico non dimentichi i cittadini vittime del terrorismo”
da Agorà
Vico Equense - Si è tenuta la scorsa settimana la celebrazione in memoria di Pasquale Paola, agente scelto della Polizia di Stato, ucciso dalle Brigate Rosse il 15 luglio 1982. “Tenere viva la memoria è un dovere delle istituzioni”. È questo il monito lanciato dal fratello Tonino Paola, che ha colto l’occasione per bacchettare i consiglieri comunali assenti alla commemorazione. Che uomo era Pasquale Paola? C’è tutta una retorica dell’abnegazione al lavoro che sembra scontata, ma io posso testimoniare che mio fratello amava profondamente il suo lavoro. Aveva lasciato Vico Equense appena diciottenne e, quando tornava, non perdeva occasione per parlare del suo impegno nella Polizia, del valore degli uomini che lo circondavano, del significato che assumeva per lui la divisa ogni giorno, come baluardo della nostra democrazia. Sono passati quasi quarant’anni, il dolore di quella perdita rimane? Il dolore non si rimarginerà mai. C’è però, un sentimento che supera la sofferenza, ed è l’orgoglio. Noi siamo onorati di essere la famiglia di Pasquale Paola. È stato emozionante quando nell’84 ricevette la Medaglia d’oro al Valore civile alla memoria, quando la piazzetta di Pietrapiano a Vico gli fu intitolata (cfr. era sindaco Gennaro Cinque), ed è emozionante quando ogni anno l’amministrazione ricorda mio fratello nella celebrazione. Il sindaco Andrea Buonocore c’è sempre e non dimentica questo appuntamento. Ma per il resto, l’assenza è stata assordante.
Cosa significa? Tra i consiglieri comunali solo Massimo Trignano era presente. Possibile che nessuno, tra i consiglieri comunali di maggioranza e minoranza, tra i candidati sindaco, tra coloro che vantano impegno nel sociale abbiamo dimenticato questa data. La mia foga è legata sicuramente al legame di sangue, ma anche e soprattutto alla necessità di non far morire il ricordo di chi ha sacrificato la vita per il nostro Paese. I colleghi di mio fratello ci hanno raccontato che non toccava a lui recarsi con l’auto d’ordinanza dal vice questore Ammaturo. Lui, però, anche conoscendo i rischi legati all’indagine condotta, si offrì volontario. E morì, in nome di un ideale: la ricerca della verità e la salvaguardia dello Stato. Come lui, anche un altro uomo di Vico Equense è vittima del terrorismo. Di chi si tratta? Giuseppe Rapesta, un eroe come mio fratello. Era un agente della Polizia ferroviaria e il 6 maggio dell’82 era nella stazione Polfer di San Pietro, quando un commando del gruppo eversivo di estrema destra Nuclei armati rivoluzionari, fece irruzione e gli sparò alla nuca. Morì dopo sei giorni di agonia. Per lui, a Vico Equense solo una targa. Perché non fare di più? Pensa a qualche iniziativa in particolare? Ogni anno, ci arriva l’invito per presenziare al Premio Ammaturo- Paola, a Napoli. Durante questa cerimonia, vengono premiati componenti delle Forze dell’ordine che si sono distinte per particolari meriti. Perché non pensare ad un riconoscimento del genere anche in Penisola sorrentina. Sarebbe bello istituire il premio Paola-Rapesta: un modo per non far cadere nell’oblio i nomi di due nostri concittadini che hanno onorato con la morte la divisa, scelta e amata fino all’ultimo respiro.
Nessun commento:
Posta un commento