martedì 26 aprile 2022

25 aprile, Nora Polucci Sabbioni: l’antifascismo a Vico

Vico Equense - Sono innumerevoli i racconti tristi e dolorosi di uomini e donne che, sacrificandosi in nome della libertà, hanno segnato così profondamente la storia del nostro paese. Protagonista della resistenza a Vico Equense e consigliere comunale nelle fila del partito socialista, Nora Polucci Sabbioni rappresenta un patrimonio vivente per diverse generazioni. Politica e passione, superamento degli stereotipi e determinazione nel diffondere il valore del rispetto per gli altri e per il territorio, attenzione alle fasce deboli e decisionismo nell’affrontare i problemi: è questo il profilo di una donna che ha segnato la storia e che, ancora oggi, non disdegna il confronto e si offre come “memoria” di un passato mai troppo lontano. A ricordare la sua storia è il movimento politico Ricominciamo da Vico. “Nata a Vico Equense il 24 maggio del 1925, - si legge in una nota - e la sua famiglia, notoriamente antifascista, durante il ventennio, è stata, a lungo, perseguitata da gerarchi e fascisti locali. Nora racconta di suo padre, Giovanni Polucci Sabbioni, che fu letteralmente vessato poiché rifiutò l’iscrizione al Partito Fascista e della sua famiglia minacciata da numerose lettere anonime. La narrazione di Nora continua, non senza commozione, quando ricorda la spia tedesca che, ogni sera, arrivava sotto il balcone di casa nel momento esatto in cui lei e suo padre ascoltavano le trasmissioni di radio Londra, unica frequenza che all’epoca forniva informazioni non propagandistiche in merito alla situazione politica italiana. Per distogliere l’attenzione della spia tedesca e consentire l’ascolto di radio Londra, i fratelli di Nora facevano rumore con gli utensili che avevano a disposizione ma, una sera, nonostante il gran baccano prodotto questa spia carpì cosa stava accadendo all’interno dell’abitazione e informò immediatamente dell’accaduto il gerarca fascista locale.


Il rischio di essere deportati nei campi di sterminio, a quel punto, divenne concreto, ma la fortuna volle che, a Roma, sulla scrivania di Salvatore Aponte, giornalista fascista e antisemita del Corriere della Sera, grande amico di Nora, il nome della famiglia Polucci Sabbioni fosse cancellato. I ricordi di Nora, poi, si concentrano sulla caduta del regime e la confusione generata da una situazione davvero drammatica per il nostro paese, da un lato, vi era la radio italiana che continuava a propagandare la vittoria nazi-fascista affermando che i tedeschi erano ormai alle porte di Napoli mentre, dall’altra parte, radio Londra parlava dell’arrivo degli americani a Castellammare di Stabia e delle navi inglesi a Positano. Il papà di Nora, durante quelle ore concitate, spinto dal timore che i suoi figli potessero essere catturati in quanto antifascisti, scrisse una lettera al sindaco di New York il quale esortò lo stesso Giovanni e i suoi ragazzi a consegnarsi, immediatamente agli alleati ma, una bomba fortunosa che fece saltare il ponte che univa Moiano a Santa Maria del Castello mise fine all’ultima rappresaglia fascista a Vico”.

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