domenica 29 settembre 2024

Caldoro: Martusciello ingrato. Lo salvai e fu eletto in Europa

L'ex presidente della giunta: ce l'ha con me perché sostengo Cirielli 

di Francesco Parrella - Il Corriere del Mezzogiorno

«Parlare male e offendere non è un buon inizio per chi si propone come candidato unitario del centrodestra alla Regione». A Stefano Caldoro, presidente del Nuovo Psi e capo dell'opposizione in consiglio regionale, non è andata giù la sortita del coordinatore campano e capo delegazione di Forza Italia al Parlamento europeo, Fulvio Martusciello. Ieri, l'eurodeputato azzurro, pronto a correre per la presidenza della Campania, in un'intervista al Corriere del Mezzogiorno ha invitato i partiti del centrodestra, in vista delle Regionali, a non commettere gli errori del passato, come quando nel 2020 decisero di ripresentare Caldoro che era, citando le sue parole, un candidato «ormai bollito». «La cosa che più mi dispiace - dice l'ex presidente di centrodestra - è che Martusciello parla male di me, quando io Fulvio l'ho salvato». Quando è accaduto? «Lo imposi come assessore della mia giunta, permettendogli successivamente di vincere le Europee, nonostante Berlusconi non lo volesse (il Cavaliere mi diceva cose su di lui non buone) e neanche Forza Italia, con la sola eccezione di Tajani che l'ha sempre sostenuto». Si è pentito di quella scelta? «No, perché Martusciello fu comunque una risorsa. È stato un ottimo assessore. E poi io pensavo che non bisognasse isolare nessuno». 


Il giudizio non lusinghiero espresso da Martusciello verso la sua ricandidatura di allora non potrebbe essere legato al fatto che lei due anni fa ha rotto il fatto federativo con Forza Italia? «Il patto federativo ce l'avevo con Berlusconi, solo con lui, e l'ho rispettato fino alla fine. Semmai nelle parole di Martusciello pesano rancori personali, che non so da dove nascano. Probabilmente gli pesa il fatto che gli ricordi che se non c'ero io, lui in Europa non ci sarebbe mai andato». Nel frattempo Martusciello si dice pronto a correre come candidato alla presidenza della Campania. «Una scelta assolutamente legittima. Però penso anche che sopra di lui c'è una candidatura politica più forte, che è quella del capo del partito più grande, e cioè Edmondo Cirielli. Siccome lo dico da tempo, può darsi pure che Martusciello ce l'abbia con me per questo». E se Cirielli dovesse rifiutare, nel caso la scelta ricadesse su di lui? «Premesso che nessuno si può rifiutare, se accadrà ne discuteremo». Mesi fa propose anche il nome dell'ex ministro della Cultura. Dopo il caso Boccia, pensa che Sangiuliano sia definitivamente fuori dalla partita? «Lasciamo che sia lui a decidere, ma credo sia inopportuno coinvolgerlo in questa fase, anche perché credo che ora cerchi un altro tipo di collocazione». Dopo la scomparsa di Berlusconi, com'è cambiata Forza Italia? «È un partito, con un capo e un'organizzazione. Altra cosa era Berlusconi, che era un leader inclusivo e guardava all'interesse dell'intera coalizione». Si candiderà ancora al consiglio regionale? «No, ho chiuso la mia esperienza regionale. Potrò dare qualche consiglio, anche perché fino alla fine della legislatura sono ancora il capo dell'opposizione». Sull'Autonomia differenziata cosa pensa dell'ipotesi di dare un valore ai Lep in base al costo della vita nelle regioni? «Sarebbe inaccettabile, e la legge non lo prevede. La norma va applicata, ma partendo dai Lep, che andranno finanziati, altrimenti sarebbe una presa in giro».

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