Castellammare di Stabia - Scoppia la protesta tra gli operai della cantieristica navale a fronte delle preoccupazioni per il piano industriale di Fincantieri. ''Tre operai di Ugl, Fiom e Cisal dello stabilimento Fincantieri di Castellammare di Stabia sono saliti ieri mattina su una gru per protestare e altri 200 hanno scioperato davanti ai cancelli per chiedere l'immediato ritiro del piano industriale 2010-2014 il quale, secondo indiscrezioni, prevede la chiusura non solo del cantiere di Castellammare ma anche di Riva Trigoso in Liguria più il ridimensionamento di Palermo''. Lo dichiara il vice segretario nazionale dell'Ugl Metalmeccanici, Laura De Rosa, aggiungendo come ''per evitare il dilagare delle proteste, che stanno coinvolgendo in queste ore anche Palermo, occorre una convocazione immediata a Palazzo Chigi per dirimere una vertenza che coinvolge azienda, le tre Regioni coinvolte e il ministero dello Sviluppo economico''. Secondo la sindacalista ''tra ingiustificate perdite di tempo e fondi tagliati alle Regioni, con i quali si sarebbero dovuti compiere le opere necessarie al rilancio dei cantieri navali, ora ci troviamo di fronte ad un dramma economico e sociale che non può e non deve essere più ignorato, perché in caso contrario e senza risposte concrete diventerebbe sempre più difficile da gestire''. In cassa integrazione da aprile 2009 i 700 operai stabiesi (1000 quelli dell’indotto), eredi di una lunga tradizione cantieristica, vedono a questo punto a rischio la stessa esistenza del sito industriale. Le reazioni dei rappresentanti nazionali dei sindacati sono state durissime. «Senza il cantiere, Castellammare sarebbe destinata ad essere totalmente in mano ad una illegalità già presente», ha aggiunto Giorgio Cremaschi della Fiom.
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