«È triste, ahimè, dover rischiare di perdere quei prodotti dell’agricoltura e quelle pietanze che caratterizzano il territorio della nostra regione». Sul ridimensionamento forzato del panuozzo, conseguenza dei sigilli apposti a numerose pizzerie di Gragnano e dintorni, interviene Alfonso Iaccarino, maestro della cucina internazionale, che verrà festeggiato domenica prossima a Sant’Agata sui due Golfi nel suo ristorante per la recente nomina di commendatore della Repubblica: «Dobbiamo difenderle – aggiunge don Alfonso – perché rappresentano valori primari della nostra cultura. Il panuozzo, come tante altre pietanze, non possono neppure essere temporaneamente accantonate perché diventerebbe oltremodo difficile rilanciarle successivamente». Le proposte di Alfonso Iaccarino per le produzioni tipiche? «Pianificare in ambito territoriale in maniera sinergica l’importanza della salvaguardia ambientale e l’opportunità di garantire la presenza di strutture idonee per le attività della ristorazione. La questione andava affrontata in maniera decisiva già negli anni passati. Si è messo invece mano quando il problema era già esploso». Come? «Ai locali tipici di Gragnano per la produzione del panuozzo si dovrebbe riservare una attenzione appropriata alla ormai storica tradizione che esalta prodotti del territorio, li reinventa nelle ricette e li propone soprattutto a un pubblico giovanile, quindi incidendo sui gusti». In che modo bisognerebbe agire? «Assicurando una programmazione delle strutture sul territorio in grado di superare i problemi sul tappeto per salvaguardare il panuozzo al pari della pasta e del vino di Gragnano. Certo, pasta e vino hanno una dimensione internazionale, rappresentano una realtà che alimenta una larga fetta dell’economia locale, ma non si possono accantonare le tante opportunità di lavoro che assorbono anche le pizzerie». (Antonino Siniscalchi il Mattino)
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