martedì 28 settembre 2010

Quo usque tandem, Bossi, abutere patientia nostra?

Sono porci questi romani. Secondo il Senatore Umberto Bossi sarebbe questa l’interpretazione dell’acronimo SPQR. Ancora un altro grave insulto da parte del leader della Lega Nord non solo al popolo romano ma a tutti i cittadini italiani ed alla politica. Parole pesanti come pietre che ad una prima reazione di forte indignazione e collera suscitano perfino incredulità. Si rende conto il Senatore Bossi del ruolo che ricopre e del significato che le parole da lui esternate assumono come atto politico? L’arte del governo fatta di ingiurie, attacchi, grida e urla, gossip e scoop, accresce non solo il distacco e la delusione dei cittadini verso chi amministra le istituzioni ma rischia di alimentare un pericoloso sentimento di anti-politica. Pericoloso perché sedimentandosi nella coscienza di ogni cittadino mina la fiducia verso la politica tutta, scava un solco sempre più profondo con il paese reale ed induce il cittadino ad esprimere, generalizzando, giudizi assolutamente negativi e qualunquisti su chi governa le istituzioni. Bossi, con questo ennesimo insulto, ha colpito l’Italia e gli italiani del centro, del nord e del sud. Inoltre, con i suoi continui attacchi beceri, il Senatur rischia di minare l’entusiasmo verso quella riforma federalista che la Lega da anni sta portando avanti in Parlamento perché a forza di indirizzare contro Roma tutte queste offese, ai romani ed agli italiani, viene il dubbio che la Lega concepisca veramente due tipi di cittadini, uno di serie A, cioè quello che vive nella cosiddetta “padania” ed uno di serie B, che appunto sta fuori da questo confine e merita parolacce ed improperi di ogni genere. A questo punto credo proprio che non si possa più abusare della pazienza dei romani e degli italiani: Quousque tandem abutere, “Bossi”, patientia nostra? E’ evidente che c’è un’emergenza in Italia, quella del ritorno ad una politica fatta di proposte, ideee, partecipazione, condivisione, incontri, autorevolezza, impegno, intelligenza, meritocrazia, pensiero. (di Paola Guerci da Generazione Italia)

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