mercoledì 16 febbraio 2011

Il giallo della Savina a una settimana dal raid

Piano di Sorrento - «Ascoltare la voce di nostro figlio per la seconda volta in pochi giorni ci rinfranca e ci fa sperare in una rapida soluzione di questa brutta storia». Tirano un sospiro di sollievo Antonio e Luisa Cesaro, genitori di Gianmaria, il giovane marittimo sequestrato dai pirati somali martedì scorso insieme al resto dell’equipaggio della petroliera Savina Caylyn. Nella tarda mattinata di ieri il ragazzo è riuscito a mettersi in contatto telefonico coi genitori, rassicurandoli sulle proprie condizioni. «Ci ha detto che sta bene, che mangia e dorme regolarmente e che a bordo ci sono provviste per più di un mese - spiega Antonio, il papà di Gianmaria -. Dalla voce ci è parso stanco, anche se certamente meno spaventato rispetto alla telefonata di sabato scorso». Nel corso della chiamata, durata una decina di minuti circa, Gianmaria ha assicurato che anche gli altri membri dell’equipaggio - quattro italiani e diciassette indiani - sono in buone condizioni, sebbene provati dall'accaduto. Infine, prima che la comunicazione cadesse, Gianmaria ha raccomandato ai genitori di stare tranquilli, ribadendo che «il problema sta per risolversi». Parole che lascerebbero presagire un rilascio della petroliera e dell’equipaggio di qui a pochi giorni. La telefonata di Gianmaria, quindi, non fa altro che accrescere l’ottimismo del papà Antonio, che ringrazia le istituzioni, in particolare la Farnesina e il sindaco di Piano, Giovanni Ruggiero, e l’armatore Luigi D’Amato per l’impegno dimostrato. Da Antonio Cesaro, che vanta più di quarant’anni di navigazione a bordo di navi da carico e yacht privati, anche un ulteriore appello per la sicurezza della navigazione: «Chi, come me, proviene da una famiglia di lunga tradizione marinaresca e ha battuto per anni le rotte che portano in Malesia e a Singapore - ha detto il padre di Gianmaria - sa quanto sia pericoloso il lavoro dei marittimi. Ma è inaccettabile che questi debbano rischiare la vita a causa dei pirati, come avveniva secoli fa: è ora che gli Stati si decidano ad affrontare questo problema». La famiglia Cesaro resta in costante contatto con l’unità di crisi della Farnesina. Ulteriori rassicurazioni sono giunte nelle ultime ore dai dirigenti del ministero degli Esteri e dal sottosegretario Vincenzo Scotti, impegnato 24 ore su 24 nel monitorare la situazione. «Il sottosegretario Scotti e il senatore Raffaele Lauro - dice il sindaco Ruggiero - mi ragguagliano costantemente sugli sviluppi della vicenda. Le notizie che ci giungono sembrano piuttosto rassicuranti. Il fatto stesso che i sequestratori abbiano consentito a Gianmaria di telefonare una seconda volta a casa nel giro di pochi giorni, ci solleva. Speriamo che questa brutta storia si concluda al più presto e che Gianmaria possa tornare sano e salvo a casa per riabbracciare i suoi familiari». (Ciriaco M. Viggiano il Mattino)

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