lunedì 22 aprile 2013

Ricostruire dalle macerie. Non possiamo più "morire di lealtà"

di Vincenzo De Luca, sindaco di Salerno 

È davvero insostenibile il senso di vergogna, di umiliazione, la rabbia delle migliaia di militanti che hanno assistito impotenti al disastro politico di questi giorni. È il fallimento di tutto un gruppo dirigente. È la conseguenza di un correntismo irresponsabile; di una totale separazione dai territori e dai problemi reali; della perdurante mancanza di scelte su nodi politici di fondo e sulla idea di partito. È stata una sofferenza osservare dalle nostre città, dai nostri quartieri, dalle nostre comunità colpite da una crisi feroce le immagini che la politica nazionale offriva. La realtà vera del Pd non è fatta di quelli che si propongono ogni giorno, in modo ossessivo e insopportabile, e a volte senza che rappresentino nulla, sul palcoscenico mediatico nazionale. La realtà vera, ampiamente maggioritaria, è fatta di militanti, amministratori, cittadini che lavorano in silenzio, che fanno prevalere il senso di partito sul gusto del presenzialismo; che disprezzano il correntismo; che spesso hanno rinunciato a esprimere dissenso verso le decisioni della segreteria per pure ragioni di lealtà. Oggi, di fronte a un partito in macerie, che in intere aree del Paese e del Sud è del tutto inesistente, e che ha perduto il rispetto della gente, occorre voltare pagina e prendere un'iniziativa forte, che aiuti a recuperare le ragioni vere di esistenza del Pd.

L'agenda politica e programmatica del Pd, la formazione del gruppo dirigente, devono partire dai territori. È questo il primo elemento di un cambiamento radicale ormai ineludibile. L'alternativa non è tra palude burocratica e modernismo inconsistente. L'obiettivo è realizzare un partito vivo, aperto, fatto di militanza, rigore e sobrietà, fra valori proclamati e coerenza di vita, liberato dalle forme di presunzione storica e dalle illusioni di superiorità morale contraddette dalla realtà. Un partito nel quale si rispettino le regole e si proceda allo smantellamento del correntismo. Un partito di donne e di uomini liberi, non di portaborse. E, soprattutto, un partito radicato nella terra, non sospeso per aria, e utile a migliorare le condizioni di vita e di lavoro della gente. Un partito, infine, in grado di suscitare passione, speranza, nuove idealità. Non tollereremo più di essere quelli che sopportano in silenzio il grosso della fatica, nei territori, ma poi "muoiono di lealtà".

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