sabato 12 luglio 2025

Non solo cani, ma anche cavalli randagi sul Faito

Vico Equense - Li trovi sempre più di frequente agli angoli dei tornanti che rovistano nei cassonetti o nel sottobosco. Aumentano i cavalli e gli asini selvatici sul monte Faito. «Oggi pomeriggio alle ore 14:40 ero con mia figlia nella zona della funivia subito dopo le scale quando siamo stati circondati da 7 cavalli allo stato brado che si sono appropriati della nostra colazione, scalciando in modo forsennato solo perché stavamo cercando di allontanarli, ero con mia figlia di 11 anni che si è spaventata moltissimo» scrive sui social Nicola Merlino, che annuncia una denuncia alle autorità competenti. Per non parlare dei tanti cani randagi, un'emergenza che qui si trascina da anni. Il livello delle scelte della politica è oggi sempre più simile a quello del medico che perde tempo a studiare mentre, nel frattempo, l'ammalato sta morendo. Monte Faito attende molteplici soluzioni da troppi anni. Ma sono troppi anche gli enti coinvolti nella sua gestione: parco dei monti Lattari, regione, ex provincia, comuni, che tra loro hanno scarso dialogo e funzioni diverse che non fanno il bene della montagna. L’ultimo decennio ci ha insegnato una cosa: troppi enti coinvolti non portano a niente di buono. Infatti, con troppi galli a cantare non si fa mai giorno, con la consapevolezza però che non bisogna comunque mai disperare. Intanto, al piazzale della funivia del Monte Faito non si sente più la campanella che annunciava la cabina.

 

Da quel 17 aprile, giorno della tragedia costata la vita a quattro persone, la montagna è rimasta sola. Il bar Papillon, aperto da oltre quarant’anni, ha alzato come sempre gli ombrelloni e pulito i tavoli. Ma non entra nessuno. Nemmeno un caffè venduto. Lo scrive Fiorangela D’Amora su «il Mattino», Enzo e sua madre Lucia, custodi della vetta, guardano il vuoto. «Così nemmeno nei cinque anni di chiusura per manutenzione», sospira lui. Nemmeno allora era così drammatico: la gente saliva comunque. Oggi neppure i pullman sostitutivi bastano a riempire quel vuoto. Fino a poche settimane fa, nei weekend il Faito registrava oltre quattromila accessi. Le corse si prolungavano anche oltre l’orario, per riportare tutti a valle con la «panarella» mentre il Golfo si accendeva. Oggi resta il buio. Il piazzale è deserto, il bar sotto sequestro, i cavalli selvatici dormono nei locali chiusi. La montagna è in lutto e aspetta risposte. Ma il tempo stringe.

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