di Fiorangela d'Amora - Il Mattino
Castellammare di Stabia - Appassionati, cittadini e istituzioni si sono ritrovati ieri presso il piazzale della Funivia del Faito per ricordare le vittime della strage del 17 aprile scorso. La commemorazione è durata tutto il giorno ed è stato un momento di confronto e dibattito sull'importanza che il Faito ha per la comunità tutta, per le associazioni che la popolano, per gli operatori che vi lavorano. Dagli ideatori del Faito Doc Festival è nata l'idea di dedicare una giornata di riflessione proprio li a pochi passi dalla stazione dove la cabina che saliva verso la montagna non è mai arrivata, tornando indietro violentemente e cadendo poi nel burrone sottostante. «Non possiamo accettare che il monte Faito venga abbandonato, era importante avere un momento di celebrazione per chi non c'è più ha detto Nathalie Rossetti ideatrice con Turi Finocchiaro della rassegna di cinema internazionale assieme a tutti coloro che lavoranno qui al Faito da anni stiamo cercando di riportare la luce». Da 18 anni il Faito Doc Festival anima la montagna che sorge tra i comuni di Castellammare e Vico Equense. « Ricordo ha detto Rossetti che il 16 aprile eravamo a Roma per presentare il documentario "L'oro del Camino" - che parla del percorso di riabilitazione che detenuti in libertà vigilata e tossicodipendenti vivono in esilio immersi nella natura del Faito - fummo presentati da Nanni Moretti, non abbiamo avuto il tempo di elaborare questo momento eccezionale che il giorno dopo abbiamo appreso della tragedia.
Le persone morte erano venute per vedere la meraviglia di una montagna che deve continuare ad accogliere e stupire». Nel piazzale ormai deserto da mesi sono arrivati ieri rappresentati di tante associazioni coinvolte, tra cui: "Monteamare", il centro terapeutico-riabilitativo il "Camino", "Il Cammino dell'Angelo", il collettivo degli "Amici della Filangieri" e "Radio Asharam" che hanno fatto ascoltare testimonianze e voci legate alla montagna. E poi le tante realtà nate nei decenni per promuovere la montagna, da "Profaito Onlus", il "Faito Trail" fino al comitato "Fare Onlus", l'AVF e i proprietari di bar e ristoranti del Faito. «Ognuno di noi ha un ricordo impresso della panarella che vedevi salire, per tante generazioni è stato un simbolo identitario ha detto Nunzia Acanfora assessore al turismo del comune di Castellammare è la prima volta che torno qui dopo la tragedia che abbiamo seguito tutti dalla stazione a valle, ricordo che si stava lavorando per la Pasqua e la notizia sembrava incredibile per tutti. Oggi siamo tutti molto emozionati, posso dire anche a nome del sindaco Luigi Vicinanza che come amministrazione non dimenticheremo il Faito, Castellammare c'è».

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