mercoledì 2 novembre 2016

Olio doc, ma l`etichetta è in cinese

Fermato e segnalato un napoletano che trasportava l'alimento in Costiera 

Fonte: Ciriaco M. Viggiano da Il Mattino 

Sorrento - Dove sono stati prodotti i circa 200 litri di olio extravergine d'oliva sequestrati ieri pomeriggio a un napoletano già noto alle forze dell'ordine? E quanti e quali sono i ristoranti della Costiera che si riforniscono di generi alimentari da quello che sembrerebbe un mercato parallelo? Ecco gli interrogativi ai quali la polizia di Sorrento, diretta dal vicequestore Donatella Grassi, sta tentando di fornire una risposta già in queste ore. A far scattare le indagini è stata l'operazione messa a segno nel primo pomeriggio di ieri dai poliziotti della «volante». A Punta Scutolo, a poche centinaia di metri dal centro abitato di Meta, i militari hanno fermato un napoletano alla guida di una Smart nella quale erano stipate decine di bottiglie di olio extravergine d'oliva. Due gli elementi che hanno insospettito i poliziotti. Innanzitutto le etichette facevano riferimento a un prodotto «100% italiano», ma nella restante parte risultavano compilate in cinese e non fornivano in modo chiaro le indicazioni richieste obbligatoriamente dalla non nativa europea in materia alimentare. Nella vettura inoltre, non c'era alcuna traccia del documento di trasporto e di conseguenza di una serie di informazioni come data, numero progressivo, quantità e caratteristiche della mercé, generalità del venditore, dell'acquirente e del soggetto incaricato della consegna.
 
Tanto è bastato perché i poliziotti disponessero il blocco sanitario dell'olio per poi affidarlo agli esperti dell'Asl: saranno questi, stamani, ad analizzare il prodotto per chiarirne definitivamente natura e provenienza. Il napoletano alla guida della Smart, invece, è stato immediatamente segnalato. Quando gli agenti gli hanno chiesto a chi fossero destinati i 200 litri di olio trovati nella sua automobile, l'uomo ha indicato un ristorante del centro di Sorrento: un locale di lusso, ampiamente pubblicizzato sui siti internet specializzati e assai frequentato da turisti e residenti. Gli agenti di polizia si sono messi subito al lavoro per ricostruire i canali attraverso i quali alcuni ristoranti e strutture ricettive della Costiera si rifornirebbero di olio presumibilmente adulterato o contraffatto. L'ipotesi investigativa è che imprenditori locali acquistino il prodotto presso un mercato parallelo: una strategia finalizzata non tanto ad abbattere i costi quanto a rimediare alla scarsa quantità di olive presente sul mercato legale. Dopo quello particolarmente abbondante del 2015 infatti, il raccolto di quest'anno non ha finora dato i frutti sperati. E proprio questa circostanza potrebbe aver spinto qualche spregiudicato albergatore e ristoratore sorrentino a rivolgersi al mercato nero. Con buona pace dei consumatori.

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