lunedì 8 maggio 2017

Itarella e le altre storie… La Commedia

Itarella
Vico Equense - Itarella sale sul treno, questa volta senza la figlia. La precede l’amica che avanza per sistemare le valigie, mentre lei deve fare a botte per entrare con una grossa e ampia borsa nello scompartimento, dove non riesce a farsi strada. Un ragazzo la urta e lei, perdendo l’equilibrio, trova appoggio sul sedile cadendo con la faccia in giù e le gambe in aria. Dopo averlo riempito di improperi e aver ripreso l’amica che non riusciva a contenersi dalle risate, appena si siede parte col dire: “Sai come si chiama questo? Te lo dico io, stronzo!!! Embè, quando ci vuole ci vuole. Passa, mi strattona, mi butta sul sedile e va oltre senza nemmeno dire scusa! Mah! In che mondo viviamo. Credo che uno stronzo resti tale a vita!” Ma Itarè non dire parolacce! “No, bella, stronzo esiste nel vocabolario, io parlo il napoletano, ma conosco la lingua e significa intanto: escremento solido di sterco, ma significa anche una persona malvagia, incapace e stupida!” Itarè ma non puoi metterti a dire certe cose, riprenditi, poi non ti è successo niente. “Eh già! Se mi fossi fatta male, ti volevo vedere cosa succedeva a treno partito! Ringrazia Iddio come mi è andata”. Poi sedendosi e sistemandosi meglio, parlottava da sola:” Io mi fidavo di Dante, l’ho studiato così bene a scuola, ma purtroppo non ha sistemato gli stronzi da nessuna parte, e ora non hanno una pena da scontare. Hai capito? I lussuriosi, i golosi, gli avari e i prodighi, tutti hanno una pena da scontare. Ma gli stronzi no, non ce l’hanno, anzi, non sono presi per colpevoli, questo è il fatto grave. Com’è possibile?” Itarè, Dante ha sistemato i peccatori! "E gli stronzi che so’?" Ma non sono proprio peccatori. Hanno un po’ di ogni colpa: un po’ di superbia, di indifferenza, di prepotenza, di ipocrisia… E’ una categoria che abbraccia le altre! “E allora meritano un po’ di tutto. Il fatto è che uno stronzo te lo trovi sempre davanti e cosa strana è sempre impunito. Come si spiega? Questo ragazzo lo avrei riempito di schiaffi e così gli insegnavo la creanza. Scostumato, ma gliel’ hanno insegnata l’educazione? L’altro giorno col carrello della spesa ho visto un ragazzo che seminava carte nel supermercato, mi sono permessa di dire di raccoglierle. Mi ha risposto:
 
A Siggnò ma i fatti tuoi non te li puoi fare? E che spalenza, fatt’ ‘a spesa no????? E ha continuato a buttare a terra le carte anche per ripicca. Un altro esempio? Mi chiama l’amica e mi chiede un aiuto per la torta alla figlia che compie gli anni. Nemmeno me lo dice, che già gliela preparo, trascurando le mie cose. Quando l’ha vista, ha avuto il coraggio di dirmi: “Mi aspettavo che ci mettessi più cioccolata. Ma fa che me l’hai arronzata ‘sta torta?” Capito? Lei è stata una stronza col cuore! Cosa dovevo dirle? Ringrazia Iddio che ti ho servita! Dante avrebbe dovuto dare loro un bel castigo. Che so io, restare in ginocchio sui chiodi, o faccia al muro come una volta a scuola, senza cibo, senz’acqua, che ne so!” Itarè stai parlando della Divina Commedia, adesso non profanarla, Dante è ‘na cosa seria! “U Gesù, e gli stronzi che sono una cosa per ridere? Guarda che si moltiplicano come il pane e campano sulla loro bieca filosofia Ma forse a quel tempo gli stronzi non esistevano veramente, oggi ce ne sono a “zeffunno”. Lo stronzo è una persona che ti innervosisce in un modo come niente altro può fare, che tu stai lì a chiederti se ci è o ci fa. Prendi quel ragazzo, se gli avessi chiesto spiegazioni, mi avrebbe risposto col sorriso magari che sono io che non sto bene!” Nel frattempo che lei parlava, nel corridoio intravide di nuovo il ragazzo che l’aveva fatta cadere e, appena accanto a lei, lo ferma: “Giovanotto, fermati, sei uno scostumato, mi hai fatto cadere sul sedile col pericolo di non potermi alzare più, io con tutto il mio peso, hai capito?” “Signò ma che state dicendo? Vuoi siete a palla e io vi ho fatto cadere? Ma la signora non sta bene”, disse rivolto all’amico!” Hai visto? Questo è uno stronzo in “progress”, perché se a quest’età parla così, pensa più in là.” E’ cattiva educazione Itarè, menefreghismo, credere di avere il diritto di calpestare gli altri. Stiamo alla fine della civiltà, non del mondo, che è ancora più pericoloso. Ma c’è di più oltre all’educazione che se ne va, Itarè, esistono solo interpretazioni che ognuno dà ai fatti e non fatti oggettivamente validi per tutti. "Si come dice papà: “Ognuno il suo Dio”. Ecco ma se tu calpesti uno stronzo, finisci per scivolare, questo è il pericolo. Sai quanti ce ne sono, affinano tutte le arti. C’è chi ti dice, ma che stai nervosa? Oppure quello che si defila sempre dal suo compito senza nemmeno scusarsi. Tu che puoi fare? Pensi che menta, ma non glielo puoi dire, altrimenti sei malpensante. Poi c’è quello con la faccia tosta che ti chiede qualcosa come se tu dovessi esaudire i suoi desideri. Tutto questo è preoccupante! Per non parlare di chi si comporta così adottando questo atteggiamento come stile di vita. Per strada, per esempio, incontri persone con le quali ti sei lasciata due minuti prima che ti girano la faccia, come le chiami?" Ma tu includi anche le stronze? "Eh certo! Che Dante ha punito solo gli uomini? Parlo di genere umano tutto. L’altro giorno Maria la fornaia s’è presa 5 euro e mi ha restituito solo un euro facendo pure storie." Questo è rubare! "La signora del piano di sopra mi viene a chiedere sempre qualcosa, quando? Quando c’è mio marito, il quale essendo molto ospitale, la fa accomodare e lei mi chiede del pranzo, cosa mangio, se esco. Se ci fosse stato un esempio da seguire, dico nella Commedia di Dante, sarebbe stato anche più educativo, magari sapere che gli stronzi facciano una brutta fine, tipo perdere il terreno da sotto i piedi e cadere continuamente, c’era da riflettere. Credo che esistano proprio per non sentirsi peccatori, ma piccoli furfantelli che salvano la faccia, o approfittano degli eventi o ancora si comportano con indifferenza." Vedo una storia più da Decamerone che da Commedia. Dante si è limitato ai peccati gravi, tratta la materia seriamente e in modo divino, Boccaccio tratta una storia umana,terrena con ironia, sottolineando l’intelligenza e l’arguzia dell’uomo. "Adesso non mi confondere con le tue idee, per me Dante è Dante, Boccaccio è sempre stato uno sporcaccione con tutte quelle storielle piccanti. Mi permetto di dissentire!" Forse lo stronzo è un caso più boccaccesco che dantesco. "No, no! Resto della mia idea. Ma vuoi vedere che è il peccato dell’età moderna, che dico post moderna? Dovremmo riscrivere una nuova Commedia riveduta inserendoci gli stronzi appena si entra, forse proprio al posto degli ignavi. Dico che bisogna dirle certe cose apertamente!" Così facciamo i Robin Hood della situazione e a casa non ci torniamo più. "Itarella sentì la gamba indolenzita e un dolore al lato sinistro, ma fece buon viso a cattivo gioco. E quando i due ragazzi passarono di nuovo, lei mise lo sgambetto!" Che fai la stronza anche tu? disse l’amica. "Mal comune mezzo gaudio, così la gamba duole meno e impara a chiedere scusa. Così dicendo si girò e il ragazzo capì e le sorrise. Dai facciamo pace, la pace è la cosa migliore che ci resta. E risero tutti."

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