giovedì 30 agosto 2018

L'intervista a Marco Bussetti. «Le scuole vanno aperte i fondi sicurezza ci sono»

Marco Bussetti
Fonte: Marco Esposito da Il Mattino

I sindaci chiedono chiarezza sulle scuole. In quali casi va disposta la chiusura? «La competenza - risponde il ministro dell'Istruzione Marco Bussetti - è dei proprietari degli immobili, quindi per la maggior parte dei casi Comuni e Province. Noi abbiamo un monito raggio nazionale preciso e sappiamo che per molti edifici la certificazione è ancora carente. Evitiamo allarmismi e chiusure preventive, però». Ma le scuole aprono tra due settimane e le verifiche richiedono tempo. Dopo la sentenza di Grosseto che ha condannato un sindaco che aveva tenuta aperta una scuola con certificazione non perfetta i timori ci sono. Lei condivide la richiesta dei sindaci di un provvedimento di tutela? «Sono pronto a discuterne con l'Anci. Del resto sul tema dell'edilizia scolastica ci siamo incontrati già a luglio. Per quanto mi riguarda, sto facendo di tutto per accelerare e semplificare, mettendo intanto a disposizione le risorse per i certificati di vulnerabilità sismica, che andranno predisposti entro fine 2018». Quando incontrerà l'Anci? «Le porte sono sempre aperte. Dobbiamo fare uno sforzo comune perché l'edilizia scolastica richiede l'impegno di ciascuno. Ne parlerò senz'altro con il presidente Antonio Decaro, che ho già incontrato. Ma intanto iniziamo a lavorare. Lo stiamo già facendo: con un Accordo quadro che porteremo a inizio settembre in Conferenza unificata semplificheremo le modalità di spesa, evitando la moltiplicazione di decreti di riparto».
 
Le famiglie che accompagnano i figli a scuola, però, di fronte a notizie su scuole che restano chiuse per problemi di sicurezza e di tenuta antisismica, in Sicilia come in Campania, in Molise come in Calabria, non sono serene. «Non c'è un allarme. E poi ribadisco che ci sarà un'operazione trasparenza: a settembre tutti potranno consultare online i dati e avere una fotografia delle condizioni degli edifici scolastici, dal punto di vista sismico, anti incendio e così via». Al Sud la situazione è drammatica. «Dal 2008 si è fatto poco, in generale, ma ci sono Comuni che hanno lavorato bene, anche nel Mezzogiorno. Del resto, dove non c'è un certificato non vuoi dire che esiste effettivamente un problema di sicurezza. Le certificazioni però vanno fatte in modo sollecito affinchè si possano programmare gli interventi per la messa in sicurezza di tutti gli istituti. A me tocca il compito di mettere ciascuno in condizioni di operare, sbloccando le risorse incagliate che ci sono». Ci sono ben 44 leggi che finanziano l'edilizia scolastica. «Certo, anche questa è una questione. Dobbiamo semplificare. Nel decreto Ministeri abbiamo inserito già i primi provvedimenti in questo senso». Intanto in Campania si assiste a un calo demografico con quindicimila studenti in meno. Questo ridurrà le cattedre? «La curva demografica ha storicamente un andamento sinusoidale, sono fenomeni che ci sono già stati in passato. Noi dobbiamo garantire una scuola di qualità ovunque ma, è ovvio, dobbiamo assumere insegnanti dove ce n'è bisogno e non aprire scuole dove ci sono insegnanti». Nel Mezzogiorno però c'è poco tempo pieno. «Sono le scuole a organizzare l'off erta in base alle richieste e alle possibilità organizzative, alla presenza della mensa e così via. Non c'è un legame matematico per cui se si riducono gli studenti si devono aumentare le ore». Nei prossimi concorsi introdurrà il principio della cosiddetta residenza professionale? «I concorsi saranno legati a una scelta ben precisa: quella di garantire la presenza continuativa di insegnanti dove servono e per le materie che servono». Ultima domanda sull'esame di maturità. Lei ha annunciato una rivisitazione. A quali novità sta pensando? «Parto da una riflessione semplice: per uno studente che si è impegnato per cinque anni, per tutto il percorso formativo, non è giusto essere valutato per quanto ha fatto nell'alternanza scuola-lavoro. Quell'esperienza ha una funzione di orientamento in vista delle scelte successive, ma mi sembra riduttivo trasformarla in una sorta di materia scolastica. Nella maturità del 2019 il suo ruolo sarà ridimensionato rispetto al percorso curriculare dell'intero ciclo scolastico. Quei cinque anni che, come ciascuno di noi ricorda, sono decisivi nella formazione di una persona».

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