Nei giorni scorsi il Governatore Antonio Bassolino aveva denunciato che, tra le opposizioni alle sue iniziative, ci sono stati «comitati civici, ambientalisti fondamentalisti, vescovi che predicavano contro i rifiuti-demonio», la conferenza dei dell'episcopato campano scende in campo e pubblica una nota nella quale esorta la comunità cattolica all'autocritica. Si legge nella nota: «Quando, come accade in questi giorni, certe emergenze si mostrano in tutta la loro drammaticità non soltanto come effetti di mancate o errate scelte, o di precise responsabilità ma anche come il frutto dei nostri stili di vita iperconsumistici; quando emerge tragicamente il risultato non soltanto di determinate pratiche sociali inadeguate o di omissioni colpevoli, ma anche di peccati da noi commessi; quando i nostri occhi e i nostri sensi sono costretti a vedere e percepire tutto questo, noi non possiamo, comunque, perdere la speranza e la fiducia". "Ma - proseguono i vescovi campani - «non possiamo neppure fingere di non vedere e interpretare quelli che appaiono dei segnali concreti ed evidenti, non soltanto di un inquinamento ambientale, bensì di un più profondo inquinamento interiore e, forse, di un possibile e deprecabile degrado morale. "Se, in questo momento diventa «ancora più vivo e forte il legame al nostro territorio», dall'altra, «non possiamo non riconoscere di aver offeso, a volte, la verità, la retta ragione, l'amore; di aver commesso peccato». Infatti, «i tanti errori individuali - sottolineano i vescovi - stanno purtroppo diventando delle vere e proprie strutture di peccato, di cui siamo singolarmente responsabili, allorché prendiamo drammaticamente atto: di aver cooperato agli errori degli altri, prendendovi parte direttamente e volontariamente; di non averli denunciati o non impediti, quando invece saremmo stati tenuti a farlo; o infine, addirittura quando abbiamo protetto coloro che commettono il male»sabato 12 gennaio 2008
I Vescovi rispondono a Bassolino
Nei giorni scorsi il Governatore Antonio Bassolino aveva denunciato che, tra le opposizioni alle sue iniziative, ci sono stati «comitati civici, ambientalisti fondamentalisti, vescovi che predicavano contro i rifiuti-demonio», la conferenza dei dell'episcopato campano scende in campo e pubblica una nota nella quale esorta la comunità cattolica all'autocritica. Si legge nella nota: «Quando, come accade in questi giorni, certe emergenze si mostrano in tutta la loro drammaticità non soltanto come effetti di mancate o errate scelte, o di precise responsabilità ma anche come il frutto dei nostri stili di vita iperconsumistici; quando emerge tragicamente il risultato non soltanto di determinate pratiche sociali inadeguate o di omissioni colpevoli, ma anche di peccati da noi commessi; quando i nostri occhi e i nostri sensi sono costretti a vedere e percepire tutto questo, noi non possiamo, comunque, perdere la speranza e la fiducia". "Ma - proseguono i vescovi campani - «non possiamo neppure fingere di non vedere e interpretare quelli che appaiono dei segnali concreti ed evidenti, non soltanto di un inquinamento ambientale, bensì di un più profondo inquinamento interiore e, forse, di un possibile e deprecabile degrado morale. "Se, in questo momento diventa «ancora più vivo e forte il legame al nostro territorio», dall'altra, «non possiamo non riconoscere di aver offeso, a volte, la verità, la retta ragione, l'amore; di aver commesso peccato». Infatti, «i tanti errori individuali - sottolineano i vescovi - stanno purtroppo diventando delle vere e proprie strutture di peccato, di cui siamo singolarmente responsabili, allorché prendiamo drammaticamente atto: di aver cooperato agli errori degli altri, prendendovi parte direttamente e volontariamente; di non averli denunciati o non impediti, quando invece saremmo stati tenuti a farlo; o infine, addirittura quando abbiamo protetto coloro che commettono il male»
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