sabato 14 giugno 2008
Angeli della monnezza (2)
Sul crinale che divide a volte impercettibilmente il sublime dal ridicolo s'inerpicano i mille volontari annunciati l'altro giorno da Berlusconi nel suo ormai abituale show mediatico partenopeo. Mille angeli dell'immondizia, certo più organizzati e inquadrati di quelli del fango che giunsero da tutta Italia per salvare Firenze nei giorni dell'alluvione; ma anche, a giudizio dell'opinione pubblica dotata di normale buon senso, molto più inutili di quelli. Perché l'obiettivo di quest'esercito della salvezza (dalla monnezza) dovrebbe consistere nell'insegnare ai napoletani una cosa che già sanno fare, solo che per decenni è stato loro impedito di fare: niente di più e niente di meno che la raccolta differenziata, disciplina che chissà perché il capo del governo e i dirigenti della Protezione civile ritengono incomprensibile agli ottusi abitanti di Partenope; ignorano, questi alti funzionari, che i cittadini napoletani conoscono quanto i connazionali meneghini o bolognesi la differenza tra l'umido, il secco riciclabile e il non riciclabile, anche perché più volte nel corso degli anni sono stati dotati di sacchetti dai diversi colori, che però poi finivano puntualmente tutti nella medesima discarica. Soprattutto, a Napoli c'è un numero quasi incalcolabile di lavoratori più o meno socialmente utili assunti con l'unico scopo di effettuare differenziata e raccolta porta a porta; e dunque pensare di utilizzare un battaglione di volontari laddove esiste un esercito di stipendiati rappresenta una provocazione intollerabile, un commissariamento non solo della politica cittadina, ma della sua società civile. Bene ha fatto dunque Mirella Barracco, presidente di Napoli 99, a stigmatizzare quest'iniziativa dal sapore nemmeno troppo vagamente razzista: arrivano gli esperti volontari dal Nord e dal Centro per spronare gli inetti napoletani. Quando è ovvio che l'accusa di inettitudine andrebbe mossa — prima che a una società civile che ha sempre battuto anche sul tasto del volontariato per far fronte all'emergenza rifiuti — alle istituzioni locali che attraverso una gestione folle (e con venature criminali) della cosa pubblica hanno sempre, pervicacemente osteggiato ogni scatto di protagonismo e di orgoglio locale. (Antonio Fiore da il Corriere del Mezzogiorno)
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