«La situazione di Napoli mi fa talmente soffrire che sono stato costretto ad andare lontano. Mi scoppia il cuore». Peppe Lanzetta, artista, attore e scrittore, ha lottato per anni in prima linea nei quartieri di frontiera, per togliere metri alla camorra, sempre a caccia di nuovi spazi. «Ma alla fine mi sono ritrovato da solo - racconta - la classe politica mi ha deluso, ogni progetto di sviluppo è fallito. Così sono salito sul palco di piazza Dante con Beppe Grillo e ho gridato: ”Ata murì”. Poi sono andato via, avevo bisogno di respirare». «La mia, però - ci tiene a precisare - non è comunque una resa. Resto convinto che Napoli possa un giorno risorgere. Non so come né quando, però succederà, ne sono sicuro». Lanzetta s’aggrappa all’orgoglio del popolo partenopeo: «Non dobbiamo dimenticare che questa è la città delle quattro giornate, in grado di rialzare la testa nei momenti difficili. Succederà anche stavolta». Di fronte al far west della scorsa notte a Secondigliano, lo scrittore dice di provare «un profondo senso di scoramento. È un’emergenza continua. Prima la spazzatura, poi gli africani assassinati, ora persino i ragazzini. Non si può vivere così, credo che dovremmo fare tutti un passo indietro e fermarci per capire cosa sta succedendo». (ger.aus. il Mattino)
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