Massa Lubrense - Una task force per intensificare i controlli nelle acque della riserva marina di Punta Campanella durante le festività natalizie e arginare il fenomeno della pesca abusiva di specie protette. Questo il risultato scaturito dal vertice svoltosi l’altro giorno negli uffici della riserva marina. L’incontro è stato organizzato dall’Osservatorio Ambiente e Legalità e ha visto la partecipazione delle forze dell’ordine, in particolare della capitaneria di porto di Castellammare, rappresentata dal nuovo comandante Giuseppe Menna, del nucleo navale dei carabinieri di Sorrento, al comando del capitano Massimo De Bari e guidato dal maresciallo Pierluigi Chiocca e della squadra nautica della Questura di Napoli diretta dall’ispettore Francesco Busiello. Al centro del dibattito, l’emergenza legata alla pesca di frodo, con particolare riferimento ai datterai, la cui azione a tanto diffusa quanto dannosa per l’habitat dell’area marina protetta. Un’emergenza che nel periodo natalizio assume dimensioni preoccupanti visto che i frutti di mare in questi giorni sono venduti a prezzi anche triplicati rispetto alle quotazioni medie annuali. Non a caso, da indagini delle forze dell’ordine è emerso che in queste settimane un chilo di datteri, la cui pesca è considerata reato penale da una legge dello stato, può costare anche 100 euro. Dalle segnalazioni giunte al numero verde del parco (800325051) e dal servizio di monitoraggio dell’area marina emerge inoltre la costante presenza, nelle prime ore del mattino, di pescatori sportivi e subacquei che operano illecitamente nei pressi dello scoglio del Vervece, zona di massima tutela del parco e fiore all’occhiello di tutta l’area marina. «Ringraziamo le forze dell’ordine per l’impegno che ogni anno garantiscono nel controllo dell’area marina - sottolinea il presidente del Parco, Davide Gargiulo - È indispensabile e importantissimo il coordinamento tra più corpi, come dimostra l’ottimo piano d’azione che è stato messo in campo per monitorare la costa soprattutto nelle ore più critiche. In questo periodo anche l’area marina effettuerà attività di sorveglianza a supporto delle forze dell’ordine». La pesca di frodo, infatti, da terra, da mare o subacquea, resta l’attività illecita più frequente e dannosa per l’ecosistema, anche se va registrata negli ultimi anni una riduzione del fenomeno e un ripopolamento delle specie ittiche. Anche la presenza dei datterai si è drasticamente ridotta a seguito dei controlli. Tuttavia, è bene ricordare che la guerra a questi pirati dell’ambiente si combatte soprattutto a tavola. Ecco spiegata la locandina esposta sulle vetrine di decine di ristoranti nei quali si ricorda che sono vietati la pesca ed il consumo dei rari molluschi. «Ormai sono anni che i nostri clienti non chiedono neppure più di poter consumare i datteri di mare: sanno che mai entrerebbero tra le proposte del nostro ristorante», dice Mimmo De Gregorio, patron dello Stuzzichino a Sant’Agata sui due Golfi, uno dei locali che negli ultimi anni si è caratterizzato per la valorizzazione del pescato locale secondo le regole della gastronomia rispettosa dell’ambiente. (Francesco Aiello il Mattino)
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