Eduardo Buonocore, Gennaro Cirillo, Mario Cinque e Antonio Indovino |
Fonte: Salvatore Tuccillo da Metropolis
Castellammare di Stabia - Seducenti incroci di sapori. Suggestioni a tavola che raccontano di contaminazione tra terra e mare, tra uomini e territori, tra città confinanti. Raccontano di reciproci scambi di esperienza e di cultura gastronomica. Ad ogni latitudine le città di mare sono da sempre crocevia di traffici e commerci che aprono nuovi orizzonti alla varia umanità che le frequenta. Anche Castellammare di Stabia sta disperatamente tentando di riconquistare la sua identità di città marinara per continuare ad essere un centro di interscambio tra i popoli del Mediterraneo. E uno dei passi fondamentali è stato la costruzione del nuovo porto turistico. Bello e moderno, quasi avveniristico, il porto della Marina di Stabia è di fatto la prima essenziale pietra per rilanciare l’economia ed il progresso civile della città delle acque. La proprietà rappresentata dalla lungimiranza dal presidente Giovanni La Mura ha proprio previsto tutto per quest’angolo di Stabia che può diventare una delle perle del turismo costiero. Anche un Yacht Club con tanto di ristorante gourmet. Ed è qui che si è realizzato il primo miracolo. Ai tavoli del ristorante si è concretizzato il primo passo che parla di contaminazione. Il talento di un figlio della ristorazione blasonata della penisola sorrentina è riuscito a racchiudere nei piatti tutta l’essenza dell’incontro tra l’anima contadina e marinara di Stabia con l’eccellenza dei prodotti costieri. Un incontro dove gioca un ruolo di primo piano la grande storia della cucina di qualità della costa che inizia subito dopo Castellammare.
Lo chef Peppe Guida del ristorante stellato “Nonna Rosa” è stato chiamato a fare da consulente al ristorante dello Yacht Club e subito ha risposto all’appello spendendo sul posto il meglio del suo staff: il maitre Edoardo Buonocore, il suo aiuto Antonio Indovino, lo chef Mario Cinque cresciuto nelle cucine del “Nonna Rosa” e l’aiuto chef Gennaro Cirillo. Quattro giovani professionisti che hanno capito immediatamente come impostare menù e piatti in un luogo di charme dove può capitare come cliente un principe orientale a bordo del suo panfilo. Il club con l’esclusiva piscina è riservato ai soci che possono usufruire del sevizio snack a ora di pranzo; ma il ristorante è aperto a tutti. Soprattutto a coloro che vogliono perdersi nei seducenti incroci di sapori che lo chef Peppe Guida ha creato e che il bravo Mario Cinque esegue a puntino. E’ così che il rinomato carciofo di Schito (frazione di Castellammare) incontra il formaggio Dop nato sulle colline vicane: il Provolone del Monaco. I “ravioli ripieni di provolone con carciofi e pancetta” sono solo uno dei piatti che riescono a raccontare di questo miracoloso incontro. Seguono gli “spaghetti con lupini, cima di rapa e salsa di peperone crusco”. Ma è sin dall’inizio, dagli antipasti, che si capisce quanto il mare del golfo di Castellammare condizioni gli ingredienti che arrivano dalle colline di casa dello chef. “Fettuccie di seppia con piselli e olio alla pancetta” ed il “bon bon di gamberi e giardino di primavera”, dove i gamberi sono in pastella e farciti di ricotta, sono il biglietto da visita di questa filosofi a. Poi ci sono i secondi come il “calamaro al pan brioche con fagiolini e patate “ ed il “tonno con gelato di ricotta e cianfotta in agrodolce” che confermano la linea impostata dallo chef vicano. Dolci dal gusto universale come il “babà al limone” o la “frolla , crema e frutta fresca” chiudono il menù che abbraccia due territori, li mette insieme e li riassume in un’unica esperienza sensoriale. Un esperienza che si può fare anche ai romantici tavoli per due posizionati sul molo, dove il maitre Buonocore, che governa una buona lista dei vini, vi farà capire che la Marina di Stabia può anche essere una suggestiva finestra sul mondo.
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