Abuso d’ufficio: un anno e 2 mesi per il politico, il padre Ciro e altre 3 persone. Cade per tutti l’accusa di aver svolto interventi «irregolari» nella struttura
Fonte: Salvatore Dare da Metropolis
Vico Equense - Una condanna per abuso
d’ufficio a un anno e 2
mesi (pena sospesa) per 6
dei 7 imputati con l’assoluzione
piena per un dipendente
comunale finito
a giudizio per omessa denuncia.
Ma cade l’accusa
di abusivismo edilizio.
E’ la sentenza giunta ieri
pomeriggio al termine del
processo che ha visto alla
sbarra l’ex assessore del
Comune di Vico Equense,
Matteo De Simone,
il padre Ciro, il tecnico
della famiglia del politico
Mario Staiano, Francesco
Iovine e Catello Arpino
(rispettivamente responsabile
dell’ufficio tecnico
dell’ente municipale e
funzionario del Comune
di Vico Equense) e
i dipendenti dell’amministrazione
comunale
Giovanni Savarese e
Vincenzo Guida (assolto
dall’accusa di omessa
denuncia). Una vicenda
abbastanza intricata,
complessa, durata molto
e che si è sviluppata sul
frantoio di proprietà del
padre dell’ex assessore
della giunta guidata dal
sindaco Gennaro Cinque.
La Procura della Repubblica
di Torre Annunziata
avviò delle indagini a tappeto
arrivando a sostenere
con tanto di perizie accurate
che per la struttura
fossero stati conclusi nel
corso degli ultimi tempi
dei lavori irregolari. Una
tesi apertamente contestata
da tutti gli imputati.
E la sentenza giunta ieri
pomeriggio dal Tribunale
di Torre Annunziata
fa chiarezza: secondo il
collegio giudicante non ci
furono abusi edilizi.
Nella requisitoria, il pm
titolare dell’inchiesta ci
era andato giù duro. Oltre
alla condanna di Guida
per omessa denuncia
(6 mesi), aveva richiesto
2 anni per Matteo De Simone
e il padre, un anno
e 6 mesi per Savarese, un
anno e 4 mesi per Iovine,
un anno e 2 mesi per Arpino
e un anno per Staiano.
Richieste accolte parzialmente
dal Tribunale
di Torre Annunziata.
Per
i De Simone sono cadute
le accuse di abusivismo
edilizio e delitto paeasaggistico.
Per il padre
dell’ex assessore c’è stata
l’assoluzione dall’accusa
di falso.
Difeso dall’avvocato Giuseppe
Ferraro, nel corso
dell’ultima udienza, De
Simone non esitò a chiarire
la sua posizione dichiarando
che la dimensione
della struttura è sempre
rimasta la stessa: 124 metri
quadrati. A sostegno
della tesi dell’ex presidente
del consiglio comunale
di Vico Equense saltò
fuori una perizia di parte
che facavea espresso riferimento
a una revisione
catastale d’ufficio datata
1960. «Anche in questo
caso - sottolineò De Simone
durante l’udienza - c’è un altro elemento
che conferma ciò che sto
dicendo». Ovvero che il
frantoio sarebbe sempre
stato di 124 metri quadrati.
Non solo: i periti
della difesa produssero
anche altre relazioni. Fra
cui un rilievo fotogrammetico
e una perizia a
cui hanno lavorato anche
degli esperti della facoltà
di ingegneria dell’Università
«Federico II» di
Napoli. Documentazioni
che si rifacevano espressamente
alle dimensioni
del frantoio all’epoca
dell’atto di donazione del 1978 con cui il padre
dell’ex assessore, Ciro De
Simone, anche lui imputato,
divenne proprietario
dell’immobile.
E’ stato un processo giocato
anche sulle perizie
e le ricostruzioni degli
esperti. Da una parte la
Procura che invocava
condanne per abusivismo
edilizio, dall’altra invece
le difese degli imputati.
La partita, ora, proseguirà
in Appello.
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