Fonte: Salvatore Dare da Metropolis
Vico Equense –
In fondo c’era da aspettarselo.
Neppure il tempo di
«apprendere» la notizia
della condanna in primo
grado per abuso d’ufficio
- con una pena di un anno
e 2 mesi - che scatta la rivolta
dell’opposizione che
ieri mattina, di buon’ora,
ha diffuso subito un comunicato
stampa in cui chiede
apertamente «la testa»
di Matteo De Simone. L’ex
assessore della giunta municipale
guidata dal sindaco
Gennaro Cinque fa
parte del consiglio d’amministrazione
del complesso
monumentale della
Trinità. «La sua condanna
fa scattare l’incompatibilità,
deve andare via e lasciare
l’incarico» è il diktat
dei consiglieri comunali di
minoranza che hanno anche
deciso di scrivere una
lettera aperta al ministero
dell’istruzione.
De Simone è stato giudicato
colpevole del reato di
abuso d’ufficio al termine
del processo che l’ha visto
imputato assieme al padre
Ciro e altre 4 persone per la
nota questione del frantoio
di famiglia. Struttura su cui
la Procura della Repubblica
di Torre Annunziata aveva
parlato anche di abusi edilizi:
tesi che il Tribunale
non ha «condiviso», facendo
cadere l’ipotesi di lavori
irregolari.
La minoranza va all’attacco
e richiama anche un precedente,
ovvero quello della
seduta del consiglio comunale
dell’8 aprile scorso in
cui il gruppo d’opposizione
dichiarò che, in seguito alle
sue dimissioni dalla carica
di presidente del consiglio
comunale e di consigliere,
Matteo De Simone non poteva
più far parte del cda
dell’istituto santissima Trinità
e Paradiso.
La nomina dell’ex assessore,
come quella del consigliere
di opposizione
Claudia Scaramellino, era
stata proposta dal Comune
di Vico Equense proprio in
virtù della carica istituzionale
rivestita, «come segno
di una volontà della comunità
locale, espressa in diverse
delibera di consiglio,
di riappropriarsi del complesso
monumentale» precisano
dall’opposizione.
«Oggi, a seguito della sentenza
penale di condanna
in primo grado ad un anno
e due mesi di reclusione
per il reato di abuso d’ufficio
nella vicenda relativa ai
frantoio del padre, la presenza
di Matteo De Simone
nel cda è intollerabile.
Di tale situazione non può
non prendere il ministro
dell’istruzione con conseguente
immediata revoca
della nomina di De Simone
».
La questione potrebbe tornare
anche in consiglio comunale.
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