lunedì 22 luglio 2013

Pozzano, tornano gli «abusivi»

La protesta corre su Facebook 

Fonte: Rocco Traisci da Metropolis 

Castellammare di Stabia - “E meno male che ci sono loro, noi un bagno ci dobbiamo fare...”. “Sì, ma così ci fanno rimpiangere Bobbio... 50 minuti per arrivare al Bikini”. Tutto sommato è vero ciò che scrive Repubblica nell’edizione di ieri mattina. Facebook rischia di diventare un commissariato. O peggio, un tribunale. Ed è sul social forum più popolare del mondo che le indignazioni fanno eco e - come dice De Andrè - la notizia “come da un arco scocca di bocca in bocca”. E così, vinti dalla curiosità, siamo andati a fare due passi a Pozzano alla riscoperta del masochistico piacere di rimanere imbottigliati nel traffico e soprattutto della carrambata di ritrovarsi tra i piedi il folklore coatto del parcheggiatore abusivo di turno, che alle 11 del mattino avverte che - per oggi - ci sono solo posti in piedi. Ed è il caso di Pozzano, l’area mare stabiese, la porta d’ingresso verso la penisola, la location dove si erge maestoso il Crowne Plaza quasi a delimitare un confine geografico utile soprattutto ai tour operator. La zona è tornata nelle mani degli abusivi. Basta farsi un giro da quelle parti e scoprire che se arrivi ad un orario comodo puoi lasciare le chiavi ad un ‘addetto ai lavori’ che ti sistema l’auto e soprattutto ti “risolve il problema”. Ad una certa ora compare anche una pattuglia dei vigili, che con garbo ti spiega che è inutile spingersi verso la penisola perché le spiagge sono ‘carnai’ e un posto per la macchina conviene prenotarlo solo per incolonnarsi nella coda del rientro. Insomma tutto cambia affinchè nulla cambi. Due euro per le auto, un euro per i motorini, che alla buona vengono posizionati in un’area della spiaggia libera de La Palombara, dove gli ‘abusivi’ hanno divelto (e riposizionato) i pali in ferro che sbarrano l’ingresso alla spiaggia per i veicoli. Non solo: narra una leggenda che gli ingressi negli stabilimenti balneari privati siano più ‘soft’ rispetto al passato. I bambini sotto i dodici non pagano, però chi li accompagna deve mostrare un certificato per dimostrare che quei bambini hanno realmente dodici anni, se no si paga. I genitori invece devono prendere sdraio e ombrellone, se no niente mare. Alla fine la cinquanta euro se ne va liscia come l’olio. Ma è la regola, non esiste un Italia una normativa seria che induca i gestori degli stabilimenti ad ‘offrire’ e non ad ‘imporre’ un servizio. Opinioni. Ciò che non è opinabile è la questione della legalità: se si chiudono con tanto zelo due chioschetti che vendono meloni e spighe lo stesso zelo andrebbe riproposto anche per ciò che accade a Pozzano, “ogni maledetta domenica”.

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