La protesta corre su Facebook
Fonte: Rocco Traisci da Metropolis
Castellammare di Stabia - “E meno male che ci sono loro, noi un bagno ci
dobbiamo fare...”. “Sì, ma così ci fanno rimpiangere
Bobbio... 50 minuti
per arrivare al Bikini”.
Tutto sommato è vero
ciò che scrive Repubblica
nell’edizione di ieri mattina.
Facebook rischia di diventare
un commissariato.
O peggio, un tribunale.
Ed è sul social forum più
popolare del mondo che
le indignazioni fanno eco
e - come dice De Andrè - la
notizia “come da un arco
scocca di bocca in bocca”.
E così, vinti dalla curiosità,
siamo andati a fare
due passi a Pozzano alla
riscoperta del masochistico
piacere di rimanere
imbottigliati nel traffico e
soprattutto della carrambata
di ritrovarsi tra i piedi il folklore coatto del
parcheggiatore abusivo di turno, che alle 11 del
mattino avverte che - per oggi - ci sono solo posti
in piedi. Ed è il caso di Pozzano, l’area mare
stabiese, la porta d’ingresso verso la penisola, la
location dove si erge maestoso il Crowne Plaza
quasi a delimitare un confine geografico utile
soprattutto ai tour operator. La zona è tornata
nelle mani degli abusivi. Basta farsi un giro da
quelle parti e scoprire che se arrivi ad un orario
comodo puoi lasciare le chiavi ad un ‘addetto ai
lavori’ che ti sistema l’auto e soprattutto ti “risolve
il problema”. Ad una certa ora compare anche
una pattuglia dei vigili, che con garbo ti spiega
che è inutile spingersi verso la penisola perché le
spiagge sono ‘carnai’ e un posto per la macchina
conviene prenotarlo solo per incolonnarsi nella
coda del rientro. Insomma tutto cambia affinchè
nulla cambi. Due euro per le auto, un euro per i
motorini, che alla buona vengono posizionati in
un’area della spiaggia libera de La Palombara,
dove gli ‘abusivi’ hanno divelto (e riposizionato)
i pali in ferro che sbarrano l’ingresso alla spiaggia
per i veicoli. Non solo: narra una leggenda
che gli ingressi negli stabilimenti balneari privati
siano più ‘soft’ rispetto al passato. I bambini sotto
i dodici non pagano, però chi li accompagna
deve mostrare un certificato per dimostrare che
quei bambini hanno realmente dodici anni, se no
si paga. I genitori invece devono prendere sdraio
e ombrellone, se no niente mare. Alla fine la cinquanta
euro se ne va liscia come l’olio. Ma è la regola, non esiste un Italia una normativa seria
che induca i gestori degli stabilimenti ad ‘offrire’
e non ad ‘imporre’ un servizio. Opinioni. Ciò
che non è opinabile è la questione della legalità:
se si chiudono con tanto zelo due chioschetti che
vendono meloni e spighe lo stesso zelo andrebbe
riproposto anche per ciò che accade a Pozzano,
“ogni maledetta domenica”.
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