sabato 30 novembre 2013

Presentato questa mattina al Comune di Sorrento il romanzo di Raffaele Lauro

Foto di Franco Romano 
di Antonino Siniscalchi

Sorrento - Dai turchi, sbarcati da 130 galee, al comando dell’ammiraglio Piyale Paşa, che devastarono, nel corso di un’intera giornata, prima Massa Lubrense e, poi, Sorrento, uccidendo migliaia di persone e trascinando via, come ostaggi, circa 2.500, tra uomini, donne e bambini allo scontro tra Cristiananesimo e Islam. “Sorrento The Romance”, l’ultimo lavoro narrativo di Raffaele Lauro (edizioni GoldenGate) è stato presentato questa mattina, dopo l’anteprima nazionale al Senato della Repubblica, presso il Palazzo Municipale di Sorrento, su iniziativa dell’Amministrazione Comunale. Con il giornalista Antonino Pane, che ha moderato gli interventi, ne hanno parlato il sindaco Giuseppe Cuomo, Maria Teresa De Angelis, assessore alla cultura; i professori Salvatore Piedimonte Ferraro e Ettore Cuomo, Francesco Pinto, direttore del centro di produzione Rai di Napoli. Don Carmine Giudici ha letto un messaggio dell'arcivescovo Francesco Alfano. Presentato, inoltre, il sito www.sorrentotheromance.com (password: raflauro123), ideato e realizzato da Mauro Siniscalchi, in italiano e in inglese, con i contenuti interattivi, collegati, in particolare, all’assalto turco di Massa Lubrense, al sacco di Sorrento e al viaggio esistenziale del protagonista, Marino Correale. Raffaele Lauro, alla sua decima opera narrativa, dopo l’esordio di “Roma a due piazze” (1987), edita dalla Cei, con la quale vinse il Premio Chianciano Narrativa Opera Prima che spiega come è nata l’ispirazione di questo romanzo storico, spiega; “Dopo una notte di cinque anni fa, misteriosamente insonne trascorsa in una splendida suite dell’Hôtel Michelangelo di Sorrento, scoprii di aver alloggiato nella Torre della Salvezza, dove trovarono scampo centinaia di sorrentini, sfuggiti miracolosamente al sacco turco di Sorrento del 13 giugno 1558. Una vera e propria pagina tragica raccontata dai libri di storia.
 
“Sì, si salvarono soltanto coloro che riuscirono a rifugiarsi nella casa - fortezza di Giovanni Andrea Romano, fuori le mura, verso il Piano. Il romanzo parte da questo tragico evento locale per espandersi all’intero scenario storico del XVI secolo e al conflitto, nel Mediterraneo, tra Cristianesimo e Islam, con lo snodo della battaglia di Lepanto del 1571, vinta dalla flotta della Lega Santa, comandata da don Giovanni d’Austria, fratellastro di Filippo II, re di Spagna. Il filo conduttore del romanzo - continua Lauro - è la vicenda umana, tormentata ed esaltante, del protagonista, Marino Correale, il quale si converte all’Islam e ascende i gradi del potere, presso la Corte del Sultano di Istanbul, Solimano il Magnifico, al servizio del Gran Visir, Sokollu Mehmet Paşa. Viene catturato dagli spagnoli a Lepanto, processato dalla Santa Inquisizione Spagnola, come rinnegato, e condannato al carcere a vita. Poi, dopo un lento processo di espiazione, si riconcilia con la Santa Madre Chiesa e muore, a Sorrento, come frate benedettino, all’alba del 13 giugno 1600”. Una vicenda di grande attualità come ha sottolineato nella presentazione in Senato, monsignor Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia. Nel romanzo Lauro lega personaggi di invenzione narrativa a personaggi storici. “Le figure storiche più significative, a mio giudizio, sono rappresentate dal Gran Visir Sokollu e dall’arcivescovo di Sorrento, Giulio Pavesi, padre della ricostruzione morale e materiale di Sorrento, dopo la grande devastazione del 1558”.

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