mercoledì 27 novembre 2013

L’intesa flop per trasferire il gigante nel cuore di Vico

Il patto del 1997 per demolire l’hotel e delocalizzarlo

Era il 19 luglio del 2007. Francesco Rutelli, all’epoca ministro per i beni culturali, decise di scendere in campo in prima persona tentando di trovare una soluzione immediata al caso dell’Ecomostro di Alumiri. Ci fu un incontro a Roma fra tutte le parti. E in quell’occasione ci fu la firma di un accordo sancito fra ministero, Regione Campania, Provincia di Napoli, Comune di Vico Equense e società Sa.an.: confronti e discussioni fino all’ok trovato fra gli enti e l’impresa. Quindi venne stilato e firmato il documento definitivo, composto da quattro punti determinanti. Ovvero messa in sicurezza del costone roccioso, demolizione in tre mesi del gigante di cemento, riqualificazione della zona (con la possibilità di realizzare piccole strutture ricettive, il punto su cui si è espresso negativamente il Tar della Campania) e soprattutto delocalizzazione dell’edificio del volume di 18mila metri cubi con il restyling dell’area a cura della società proprietaria dello scheletro di cemento. L’albergo, insomma, sarebbe stato realizzato con pari volumetria a Vico Equense. A seguito dell’accordo Rutelli, venne subito indetta la conferenza di servizi. Ed è qui che spuntarono intoppi. Soprintendenza e Autorità di Bacino dissero no, si opposero alla possibilità contenuta nell’intesa del luglio 1997 e l’amministrazione comunale di Vico Equense informò Sa.an. dell’esito negativo. Da qui il ricorso al Tar della Campania formulato dalla società che acquistò l’Ecomostro negli anni Novanta. L’intesa promossa dall’ex ministro Rutelli scatenò un’immediata bagarre. All’epoca, l’allora senatore di Rifondazione comunista, Tommaso Sodano, attuale vicesindaco della giunta comunale di Napoli, bocciò quell’accordo trovando il pieno sostegno di altri 33 parlamentari. (Fonte: Salvatore Dare da Metropolis) 

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