L'annuncio del Comune di Vico Equense: doveva diventare un albergo da 23mila metri quadrati, al suo posto andrà uno stabilimento balneare. Fine di una storia lunga cinquant'anni
Fonte: Stella Cervasio da La Repubblica Napoli
Vico Equense - Il video animato "Dall'uomo contro la natura all'uomo che asseconda la natura" scorre sullo schermo del Comune di Vico Equense rivelando la vera faccia del costone senza lo scheletro dell'ecomostro di Alimuri. È un videomontaggio, la roccia glabra senza l'obbrobrio cementizio, i cinquantenni non l'hanno mai vista. Dopo una storia all'italiana durata mezzo secolo, Vico Equense annuncia di voler demolire entro la fine del 2014 quello che doveva diventare un albergo di 23 mila metri quadrati. Sparisce il mostro, al suo posto - è scritto nella delibera di indirizzo approvata dal Comune di centrodestra retta dal sindaco Gennaro Cinque - è prevista "la messa in sicurezza del costone e la sistemazione razionale e condivisa dell'area a fini turistici (stabilimento balneare). L'opera prosegue l'atto attraverso l'istituto del project financing, consentirà al Comune di avere un evidente ritorno economico e sociale". Non tutti sono convinti, sebbene soddisfatti della "caduta" dell'ecomostro sorto nell'area più vincolata di tutta la costiera. Uno "stabilimento balneare" di sole sedie a sdraio? Il vicesindaco Benedetto Migliaccio parla di "finalità congeniali alla vocazione del luogo" e fa riferimento al video, dove si vedono delle persone che si arrampicano come formiche sul costone nudo. Freeclimbing? I vincoli paesaggistici però escludono anche la possibilità di pedane di legno. Ma il Comune smentisce: "Nessuna previsione di nuove costruzioni. Le voci sono refusi sul programma dell'accordo del 2007, che è nullo". Smentite adirate anche all'ipotesi di un nuovo albergo:
"Non costruiremo - dice il sindaco - da nessuna parte in quel sito". In sintesi, la storia infinita del rudere tra Vico e Meta: il progetto presentato nel '63 viene ridotto a 5 piani nel '67, e i lavori bloccati dalla soprintendenza nel '71 ma il titolare della licenza fa ricorso e vince. Cinque anni dopo la Regione annulla i permessi comunali: contrastano con il Programma di fabbricazione. Toccherà a Tar (1979) e Consiglio di Stato (1982) annullare gli atti. Quattro anni dopo, nuova sospensione per consolidare il costone. Da allora lo scempio è negli elenchi "ecomostri" di Legambiente. Fino al 2007, quando l'accordo con Rutelli, allora ministro dell'Ambiente, ne stabilisce la demolizione. Poco meno della metà delle spese sono a carico della società costruttrice (500 mila euro) che " a titolo premiale" ottiene una nuova licenza per costruire un altro hotel di pari cubatura a Vico Equense. Ora il Comune ha approvato una delibera di indirizzo tecnicopolitico per la demolizione e la riqualificazione del sito che ha presentato ieri alla stampa. La delibera è stata illustrata dal sindaco Gennaro Cinque, dal suo vice, assessore all'Edilizia, Migliaccio, e da Antonio Elefante, ingegnere e assessore da due mesi, senza ancora delega. "Ho ritrovato i rilievi degli anni '60 nella soprintendenza in un fascicolo diverso, e sovrapponendoli a quelli del 2010 in possesso del Comune abbiamo trovato difformità. In virtù dell'articolo 27 del Testo unico dell'edilizia il dirigente comunale provvede alla demolizione e l'amministrazione procede". La previsione di spesa è di 60 mila euro per il disgaggio e la pulizia del costone e 300 mila per la demolizione: lavori in danno anticipati dall'amministrazione. "Fumo negli occhi commenta Aldo Starace, consigliere comunale di "In movimento per Vico" Se quella zona è A 1 e la soprintendenza bocciò lo stabilimento balneare, ora come può essere riproposto? L'accordo preesistente non può essere annullato sic et simpliciter. L'obiettivo di tutti è abbattere Alimuri, ma questo primo passo espone il Comune a rischi di contenzioso e di danni".
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