mercoledì 24 settembre 2014

Città metropolitana, cinque liste Pd senza Figliolia e Carpentieri

Fonte: Roberto Fuccillo da La Repubblica

Altri piccoli bluff, benchè dichiarati: Alfonso Ascione, Udc, ex assessore provinciale, poi vincitore a Torre del Greco di primarie del centrosinistra alternative al Pd, ora corre con Forza Italia; Ferdinando Uliano, sindaco di Pompei eletto fuori dai giochi dei partiti maggiori, appoggiato al ballottaggio da Fratelli d'Italia, ora è col Pd. Se questi sono i rilanci a carte scoperte, tanti altri dovranno vedere quanto varrà la loro fatica in termini di potere di convinzione dei singoli consiglieri - specie nei Comuni minori e più lontani da Napoli - a venire nel capoluogo il 12 ottobre per eleggere 24 fra loro che, insieme al sindaco Luigi de Magistris, formeranno il Consiglio metropolitano, col compito di varare entro la fine dell'anno lo statuto del nuovo ente. La partita è a cinque perché tante sono le liste che si sono presentate ieri allo scadere dei termini. E non sono mancate le sorprese. Il Pd ad esempio, ha presentato solo 19 candidati sui 24 possibili, e fra i 19 ci sono anche gli ospiti: Psi, Cd e Rifondazione democratica. L'altra lista del centrosinistra si accontenta del minimo sindacale, solo 13 nomi. Di questi ben 9 vengono dal consiglio di Napoli, vale a dire dalla maggioranza di de Magistris che conta di fare la parte del padrone, grazie al meccanismo del voto ponderato che vede un voto napoletano valere in media sei volte quello degli altri Comuni: ci sono così Elena Coccia e Antonio Fellico per Fds, Carmine Attanasio per i Verdi, Ciro Borriello per Sel, Elpidio Capasso per "Città ideale", Vincenzo Gallotto dal Misto, Davide Lebro dagli ex Udc, Carmine Sgambati da Net, Gaetano Troncone da Idv.
 
Soddisfazione generale: Idv ha anche altri due candidati in provincia, Sel rileva che non c'è stato quasi bisogno del "soccorso rosso" del Pd per raccogliere le firme per la presentazione, "Sinistra in movimento" ha piazzato il suo Vittorio Vasquez nonostante la lontananza dall'amministrazione de Magistris. Anche nella lista Pd tentano la fortuna molti napoletani: tre piddini su quattro (Esposito, Borriello e Madonna), più Salvatore Pace di Cd e Simona Molisso di Rd. È proprio nel Pd che alla fine c'è stato qualche problema. Lo dice la durezza con cui il segretario provinciale Venanzio Carpentieri è dovuto intervenire in serata per dichiarare «totalmente destituita di fondamento la circostanza per cui sarebbe stata negata la candidatura ad Enzo Figliolia, sindaco di Pozzuoli». Mugugni e veleni di cui Carpentieri non vuole responsabilità: «Avevo confermato ampia disponibilità per una candidatura espressa dal comune flegreo e, solo per scelta dei democrat locali, tale candidatura non è stata di fatto presentata». Da Pozzuoli è così arrivato Maurizio Orsi, ma l'assenza di Figliolia non è indolore. Anche Carpentieri ha fatto un passo indietro, perché «tanto la vicenda tornerà a riguardarmi, da sindaco di Melito, al momento della composizione della, conferenza metropolitana, che raggruppa appunto i sindaci». Tutto questo però lascia come favorito nella corsa a vicesindaco metropolitano il solo sindaco di Afragola Domenico Tuccillo, che fra i tanti esponenti pd sembra fra i più lontani dal de Magistris che dovrebbe as- segnargli l'incarico. D'altro canto Carpentieri afferma che l'alleanza con de Magistris «non va personalizzata», ma è stata fatta «con tutte le forze del centrosinistra », per arrivare in sostanza al 2016, alla scadenza naturale della sindacatura de Magistris, contando sul fatto che all'epoca ci sarà anche la legge nazionale per la elezione diretta del sindaco metropolitano. Un altro grattacapo potrebbe nascere a Palazzo San Giacomo, dove non c'è ancora traccia della proposta di riarticolare il Comune in aree funzionali, più o meno simili alle attuali Municipalità. Se non si fa questa operazione, l'elezione diretta del sindaco metropolitano, che tutti dicono di volere, anche a destra, resta lettera morta. «C'è un impegno politico in tal senso - dice Carpentieri - Se qualcuno volesse venire meno se ne dovrebbe assumere la responsabilità». Sull'altro fronte il centrodestra ha invece allestito tre liste. Solo Forza Italia ha i 24 nomi completi. Poi la lista Ncd Alfano, che comprende anche quelli dell'Udc (11 a 11 il riparto interno fra le due componenti, per un totale di 22 nomi, fra cui i napoletani Marco Mansueto e Domenico Palmieri, e il sindaco di Acerra, Raffaele Lettieri). Infine Fratelli d'Italia, che esprime 14 nomi, ma anche la soddisfazione di essere riusciti in una impresa di cui non tutti li accreditavano capaci, e il rammarico, con Marcello Taglialatela di non essere già al voto diretto per il sindaco. Altro cruccio da Forza Italia. Sia pur fra la soddisfazione generale, i vertici napoletani, Antonio Pentangelo e Paolo Russo, riflettono che «se non fossimo destinati a perdere per legge...», nella convinzione di essere boicottati dal meccanismo del voto che premia Napoli. Pentangelo peraltro, presidente uscente della Provincia, da sempre critico con l'intera legge istitutiva della Città metropolitana, è in lista. Ma Napoli e de Magistris fanno veder rosso anche a Amedeo Laboccetta, numero due regionale del partito: «Il Pd si è dato in ostaggio a de Magistris per poter contare qualcosa nella Città metropolitana, ma così facendo ha tradito i napoletani». Così le squadre ai nastri di partenza. Ora si corre verso il voto del 12 ottobre, non senza il rischio di sorprese all'urna: i partiti si sono coalizzati secondo schieramenti classici, ma il meccanismo di elezione è puramente proporzionale, dopo il voto tutto è possibile.

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