Andrea Cozzolino |
Andrea Cozzolino, lei è stato assessore regionale con Bassolino, poi candidato sindaco nelle primarie-incubo del 2011, e ora da europarlamentare Pd è in corsa verso le regionali. Cosa pensa delle iniziative di Caldoro? «Vedo in queste iniziative, ora anche sul ticket, lo specchio del suo immobilismo e delle sue ciniche operazioni contabili messe a segno sulla pelle dei cittadini campani. Nei tentativi di Caldoro, vedo anche il timore di un giudizio duro che potrà arrivare sul suo governo. Le famiglie non si fanno buttare fumo negli occhi: Caldoro ha introdotto le tasse più elevate su Irpef e Irap, promettendo tra l’altro che le avrebbe ridotte senza mai farlo. Ha determinato un blocco del turn over che ha portato a meno 15mila dipendenti della Sanità e a un risparmio di 750 milioni che è stata un’operazione cinicamente contabile che non ha migliorato nulla, anzi». Però Cozzolino, siamo onesti: la Regione aveva, specie sulla Sanità, conti paurosamente fuori controllo. «Se è per questo, aveva prestazioni ospedaliere migliori di quelle di oggi: non lo dico io, basta leggersi il rapporto della Banca d’Italia. Aveva settori e articolazioni molto più efficienti al servizio dei cittadini: come i trasporti, il sistema culturale. Invece, vorrei chiedere cosa resta dell’azione di Caldoro su temi portanti: vogliamo parlare dei rifiuti, del fatto che dopo i suoi 5 anni non c’è un solo significativo passo in avanti compiuto nel ciclo rifiuti, anzi rischiamo una pesantissima infrazione europea che graverà sui conti dell’Italia e della Campania?».
Anche lei è in piena campagna elettorale. Ma è appena stato rieletto a Bruxelles. Quale idea ha della Campania e perché vuole correre come governatore: velleità personale? «La mia idea della Campania la coltivo da anni, è incentrata sull’utilizzo strategico dei nuovi fondi comunitari, sulla capacità di aprire agli investimenti privati, su un’idea di formazione rigorosa, fatta dentro e non fuori dalle aziende, come accade in tutta Europa. E la mia disponibilità è in campo, sì, decisamente. Per vincere. Ma prima devono esserci le primarie che sono la nostra bandiera democratica e il nostro dna. Chiedo al Pd un sussulto di orgoglio, determinazione e unità. Per confrontarmi con altre leadership, lealmente: che si tratti di un amministratore di peso come De Luca, o della Picierno, che rispetto tantissimo. Più forti siamo, meglio è. Perché è da troppo tempo che perdiamo in Campania». Eppure, Cozzolino, a Roma sembra che non ci sia tanto consenso sul suo nome. Ma lei va avanti imperterrito. «No, alt. Io credo di essere portatore di un radicamento reale con il territorio, di cui i voti alle europee sono solo l’ultimo segno. Ma non sarò candidato a dispetto dei santi. Non faccio atti unilaterali e non correrò a tutti i costi. Se ci sono altre personalità che possono garantire lo stesso risultato, sono disposto a dare una mano. Ma ora basta indugi e facciamo una battaglia sana e ricca di idee. Chiedo di trasferire la forza e il respiro nuovi, introdotti da Renzi, sui territori». Lei parla di primarie come se non si fosse mai “bruciato”, con danno devastante anche del Pd, alle primarie del 2011. Non crede, al di là dei cinesi in coda, di avere sfidato un clima e un tempo contrari? «Posso dire una cosa che non ho mai detto finora?». Se è vera… «Feci un errore: non dovevo correre come sindaco». Dopo tre anni sta dando ragione al suo mentore Bassolino. «Era troppo emotivo e sommario il clima, troppo violento e unilaterale il giudizio ancora vivo sulla crisi dei rifiuti, sull’esperienza lervolino a Napoli. Sbagliai. Però ora basta con la storia di “Cozzolino che fece votare i cinesi”. Non ci fu nulla di illegale in quella competizione, quindi basta alibi. E soprattutto: basta pregiudizi. Tutto è cambiato. L’Italia, il Pd, i premier che si sono succeduti. E in Campania specialmente: c’è un ciclo completamente occupato da Caldoro, c’è de Magistris al Comune con i risultati che vediamo. E io sono un politico più adulto: mi sono impegnato in Europa, ho coltivato e imparato tante cose. Anzi ho un desiderio». Quale? «Spero di fare un pubblico incontro con Oddati e Ranieri, per riannodare il filo di quelle primarie spezzate, che fecero male a tutti. Lo penso da tempo, ora ho il coraggio di proporlo». Cozzolino, oltre l’ happy end, c’è un dettaglio: lei parla di una Regione da rifondare e dei fallimenti di Caldoro. Ma lei è stato un potente assessore in Regione: una sua rivale interna, la senatrice Pd nonché candidata alle primarie Saggese, glielo ricorda e le contesta di aver contribuito ai fallimenti di oggi. «Sono pronto a ogni confronto, mi possono dare la colpa di Bagnoli, di Terra dei Fuochi, di tutto. Ma almeno ci si informasse, prima. Per ciò che mi riguarda, abbiamo portato innovazione in tanti settori, alle attività produttive e nell’agricoltura. Abbiamo ricevuto premi per come abbiamo speso alcuni fondi europei. Non so dove fosse la Saggese, all’epoca. Io guardo al futuro. E del passato non mi vergogno, anzi. Ho pagato un prezzo alto».
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