di Aldo Starace, portavoce de In Movimento per Vico
Claudia Scaramellino, Andrea Lauro e Natale Maresca, consiglieri comunali
Vico Equense - Esprimiamo la nostra piena soddisfazione per il prossimo abbattimento dello
scheletro di Alimuri, anche perché la sua demolizione era uno degli punti
forti del programma del candidato Sindaco Aldo Starace e delle liste che lo
appoggiavano.
Ci auguriamo che questa decisione non rimanga isolata e che altri interventi
che deturpano il nostro paese subiscano la stessa sorte ( vedi EquaMostro di
Seiano) e che si avvii un programma di risanamento urbanistico ed ambientale di
molte aree del territorio comunale ( dal vallone di Seiano a quello della
marina di Vico deturpato da parcheggi abusivi e da strutture fatiscenti o
incendiate).
Siamo, altresì, certi che il Sindaco e gli Assessori abbiamo valutato con
attenzione ogni aspetto legale della complessa vicenda in relazione
all'accordo del 19.7.2007, sottoscritto dal Ministro per Beni Ambientali e
Culturali, dal Presidente della Regione Campania, dalla Provincia di Napoli
dal Sindaco di Vico Equense Gennaro Cinque e dalla SAAN proprietaria
dell'area e del manufatto.
Tale accordo poneva a carico del privato i
costi del consolidamento del costone sino a 500 mila euro e la eventuale
differenza a carico della Regione, mentre dei costi della demolizione se ne
faceva carico il Ministero.
Sta di fatto che per ora sarà il comune, che ha risolto unilateralmente il
contratto, ad affrontare tutta la spesa, salvo il recupero in danno del privato,
che, sicuramente, farà valere i suoi diritti nelle opportune sedi giudiziarie
per vedere rispettato gli impegni assunti nel 2007.
E dunque, non possiamo non temere che questa vicenda si trasformi in una
nuova Punta Perotti di Bari, dove l'abbattimento del mostro, come è noto, è
costato 49 milioni di euro ai contribuenti italiani, avendo ottenuto i proprietari un mega
risarcimento dallo Stato Italiano, nonostante diverse sentenze avverse della Magistratura.
Nel caso di Alimuri invece al momento non c'è alcun
pronunciamento della Magistratura, se non il rigetto di una richiesta di
sospensiva al TAR.
Forse la vicenda andava gestita in maniera diversa, coinvolgendo il Ministro
dell'Ambiente, la Regione Campania e la Provincia, sottoscrittori
dell'infausto accordo, per non lasciare solo il Comune ad affrontare una
questione così rilevante sotto il profilo economico.
Speriamo, insomma, che, oltre al famoso debito per l'esproprio del terreno
Lauro di oltre 4 milioni di euro che grava come un macigno sui cittadini di
Vico, le future amministrazioni comunali di Vico non si trovino ad affrontarne
un altro di una entità al momento imprecisabile.
Ce lo auguriamo sinceramente.
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