di Marcello Aversa
Caro 2015, vorrei che tu ridonassi serenità e gioia di vivere a tutti coloro che più ne hanno bisogno ed iniettassi a noi italiani una buona dose di orgoglio e dignità.
Dignità a chi per vivere ha bisogno di tendere una mano, a chi per pochi euro si fa umiliare sul lavoro perché non ha altra scelta, a chi, dopo una vita di sacrifici, percepisce una pensione miserabile, al malato che non può permettersi la sanità di “lusso” ed è costretto a lunghe liste d’attesa che spesso gli aprono le porte del cimitero, a chi è costretto a vagare per fuggire dalla guerra, a chi è costretto a vendere il suo corpo per far vivere i suoi figli, dignità a chi non sopporta tutto ciò e combatte la sua solitudine con l’alcol e con la droga.
Mi auguro soprattutto che tu ridia dignità a coloro che pur vedendo quella mano tesa continuano a camminare con le mani in tasca, a chi sfrutta i suoi operai approfittando della loro condizione, a chi continua a percepire pensioni a cinque zeri, senza aver mai inumidito le sue camicie col sudore della fatica, a chi pur avendo una missione da compiere, quella di curare, spesso disonestamente lucra sulle disgrazie degli ammalati, a chi combatte la pace e semina terrore, a chi per soldi vende morte , spesso a mamme e papà che lasciano figli senza futuro.
Caro 2015 ti chiedo infine lo sforzo più importante, forse il più difficile, insegna la dignità a coloro che dovrebbero salvaguardarci ed invece con totale disprezzo verso i più deboli, continuano a rubare senza alcun pudore.
Molti di loro la notte di san Silvestro, magari nelle più rinomate località turistiche, ceneranno con le loro famiglie e con i “soci” più stretti, declamando leccornie e vini di pregio, buona parte da noi pagati, senza mai pensare a quei drammi che nello stesso momento si vivono al di fuori di quelle dorate dimore.
Per loro ancora qualche giorno di vacanza, poi inizieranno i gravosi impegni ed il lavoro duro: studiare e ristudiare norme che rilancino il Paese, cervelli spremuti al limite per arrivare sempre al solito risultato: dare con una mano per prendere con due.
Allora il 2015 potrebbe essere l’anno buono per far capire a queste Signore ed a questi Signori, che per rilanciare la nostra Terra basta poco, uno solo dei dieci comandamenti:”Non rubare”, accompagnato da una grossa dose di autostima da parte di noi italiani.
In fondo per far primeggiare il nostro Paese, la cosa importante è forse la più semplice, ritornare ad essere italiani, smettendo di copiare da altri popoli usi e costumi che non ci appartengono e rilanciando quello che altri da secoli cercano di sottrarci:”Storia, cultura , tradizioni ed enogastronomia”.
Un pensiero, si, forse quello anche se non “made in Italy” lo potremmo copiare, visto che comunque rievoca anche un grande italiano; una frase di Martin Luther King:”Un uomo chiamato a fare lo spazzino dovrebbe spazzare le strade così come Michelangelo dipingeva, o Beethoven componeva, o Shakespeare scriveva poesie. Egli dovrebbe spazzare le strade così bene al punto che tutti gli ospiti del cielo e della terra si fermerebbero per dire che qui è vissuto un grande spazzino che faceva bene il suo lavoro”.
Se ognuno di noi la smettesse di fare il tuttologo, sentendosi a secondo del caso comandante, ingegnere, avvocato, economista e si riarmasse di passione per svolgere il suo compito, partecipando allo stesso tempo alla vita sociale esprimendo opinioni e non giudizi, spesso emotivi, forse le cose potrebbero cambiare.
Come si può pensare che una Nazione che si è risollevata da guerre e catastrofi naturali che l’hanno messa in ginocchio più di una volta, ricca di risorse umane, votata alla solidarietà e con eccellenze che spesso scartate del nostro sistema finiscono per arricchire altri Paesi, non abbia le capacità per risollevarsi al cospetto di una pur così gravosa crisi economica.
Caro anno nuovo ti chiedo un ultimo favore, sii generoso con tutti ed abbi un occhio particolare per le persone che mi sono vicine, per quelle che fino ad oggi ho incontrato e per quelle che incontrerò durante i tuoi 365 giorni.
Augurandoti di essere ricordato come l’anno della svolta, ti saluto con affetto
Marcello Aversa
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