Il colore dell'acqua varia dal bianco al marrone: l'ira di cittadini e associazioni
Fonte: Ciriaco M. Viggiano da Il Mattino
Meta - Ci risiamo. Nella costiera che sbandiera a destra e a manca la propria vocazione turistica e la bellezza del paesaggio, il mare non luccica più. Da Meta a Sant'Agnello il colore dell'acqua varia dal bianco al marrone, scatenando la rabbia di cittadini e ambientalisti. Un'enorme superficie scura segnata da chiazze bianche di schiuma: ecco come si presentava, fino a poche ore fa, il mare di Meta agli occhi dei primi turisti che da punta Scutolo raggiungevano la costiera per le vacanze. La macchia si estendeva dalla Marina di Meta alla Conca, attraversando quasi per intero la baia di Alimuri: l'ennesima ferita, il solito sfregio per la spiaggia più grande dell'intera penisola sorrentina. A poche decine di metri, per giunta, dagli spazi che il Comune ha deciso di destinare a solarium e a spiaggia libera attrezzata. E dove gli operai stanno lavorando per realizzare la passeggiata Meta-Alimuri, il percorso che dovrebbe rilanciare il turismo in quest'angolo di costiera e che la Regione Campania ha finanziato con due milioni di euro. Le foto scattate da alcuni automobilisti dal belvedere di punta Scutolo hanno fatto rapidamente il giro della rete, provocando l'indignazione de gli internauti. Stesso discorso per gli scatti con cui, nei giorni scorsi, il Wwf ha documentato l'inquinamento nel golfo del Pecoriello. Nella piccola insenatura di Sant'Agnello, sottoposta a vincolo paesaggistico-ambientale e assai frequentata da bagnanti e amanti della natura, gli ambientalisti hanno fotografato cascate di acqua maleodorante e mare di colore marrone. Secondo Claudio d'Esposito, presidente del Wwf penisola sorrentina, è probabile che si tratti di liquami di natura fognaria: «Le sostanze inquinanti e maleodoranti fuoriuscivano dal canale che da viale dei Pini sbocca direttamente nel golfo del Pecoriello - spiega il leader degli ambientalisti locali - e hanno provocato una grave alterazione morfologica della spiaggia, delle acque e dell'ecosistema marino». Insomma, un danno piuttosto grave a livello sia paesaggistico sia ambientale.
Ecco perché il Wwf ha chiesto alla Capitaneria di Porto di individuare l'origine delle acque fuoriuscite dalla condotta e finite in mare, di verificare i danni eventualmente subiti dalla flora e dalla fauna e di bonificare l'intero golfo del Pecoriello. Oltre che punire i responsabili di questo ennesimo sfregio all'ambiente della costiera. «Sono anni che osserviamo scarichi analoghi e non si può certo parla re di episodi occasionali - sottolinea Claudio d'Esposito - Vogliamo che magistratura e forze dell'ordine diano una risposta convincente a questo fenomeno che ha raggiunto picchi di evidenza non più negabili. In gioco ci sono la salute dei cittadini, del mare, e l'economia della penisola sorrentina». Sulla vicenda è intervenuta anche la minoranza. Durissimo il commento dei consiglieri di Liberi e uguali per Sant'Agnello, affidato alla pagina Facebook «Nel golfo del Pecoriello non bastavano i rifiuti, ormai parte del panorama. Ora si aggiungono pure i liquami. I nostri amministratori sono in altre faccende affaccendati, ma è ora che dimostrino di meritare i mille euro al mese d'indennità. Fermare questo scempio».
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