Stefano Caldoro e Ciriaco De Mita |
Fonte: Gerardo Ausiello da Il Mattino
«Mai più con il Pd, De Luca andrebbe ricoverato, in lui vedo l'aggressività dell'impotente», disse De Mita. «De Mita è il male della Campania da 40 anni», disse De Luca. Di tempo ne è passato ma oggi sono alleati, insieme nel centrosinistra, per effetto di quello che Caldoro definisce, più che un ribaltone, «un ribaltino». Il presidente della Regione non fa polemiche con il sindaco di Ñusco («rispetto lui e la sua storia politica») e scarica tutte le responsabilità dell'operazione su De Luca: «La sua è una scelta disperata perché fatta nelle ultime 48 ore da chi ha paura di perdere». Una mossa che, secondo il governatore uscente, nelle urne si rivelerà un boomerang: «Siamo in presenza di una somma algebrica senza coerenza. Questi sono metodi da vecchia politica, finalizzati solo al potere e a scopi elettorali, ma ora non è più il tempo». Parole pesanti che Caldoro pronuncia in conferenza stampa, la prima da ricandidato, all'hotel Mediterraneo di Napoli, che sarà il suo quartier generale nei prossimi 30 giorni. L'occasione è offerta dalla presentazione di un sondaggio commissionato da Fratelli d'Italia a Tecnè, in base al quale il governatore sarebbe m vantaggio di circa 2 punti percentuali su De Luca. A illustrarlo è il deputato di Fdi Marcello Taglialatela mentre Caldoro,
Ipad alla mano, cita testualmente il passaggio di un discorso in cui l'ex sindaco di Salerno lancia bordate proprio contro De Mita: «Con quale coerenza e con quale faccia oggi De Luca fa un accordo del genere? si chiede l'ex ministro socialista - De Luca d'ora in avanti ha un padrino politico che lo accompagnerà per tutta la campagna elettorale, con la mano sulla spalla e ogni tanto un "buffetto" sulla guancia...». Quanto al segretario nazionale dell'Udc Lorenzo Cesa, che ha appoggiato la decisione di De Mita di andare a sinistra, Caldoro osserva: «Lo ringrazio perché è stato il primo ad esprimere giudizi positivi sull'attività della mia amministrazione e a sottolineare il lavoro fatto dalla squadra. Una circostanza che evidenzia tutte le contraddizioni di una scelta diversa». Per il governatore, comunque, una cosa è certa: sullo strappo dei De Mita «hanno certamente pesato le divisioni interne», da un lato le tensioni con il presidente uscente del Consiglio regionale, l'irpino Pietro Foglia, dall'altro il braccio di ferro con l'assessore Pasquale Sommese, che ha spaccato a sua volta l'Udc candidandosi con Ncd-Area Popolare. Caldoro esclude, invece, che sia una questione di poltrone, magari per la figlia di Ciriaco, Antonia De Mita: «Non mi è mai stata avanzata alcuna richiesta, ne di assessorati ne di altro». Sul sondaggio, poi, è categorico: «De Luca perde consensi proprio a Salerno, dove lo conoscono di più e dove i cittadini stanno facendo i conti con il crollo della raccolta differenziata, i cantieri bloccati, le tasse record e lo stato di predissesto determinato da un pesante indebitamento del Comune». Anche gli altri esponenti del centrodestra vanno all'attacco del sindaco di Nusco. Taglialatela parla di «tipico esempio di arroganza senile». L'assessore Ermanno Russo, in una lettera aperta a Caldoro su Facebook, ironizza: «Meno male che De Mita non c'è... De Luca ci ha fatto un grande piacere. Chi ha memoria non dimentica le rotture, gli scontri, gli abbandoni messi in scena in giunta allorché si dovettero scegliere le professionalità a capo delle Asl e della sanità campana, nomine di manager, professionisti selezionati da commissari terzi e sulla base di curricula ben solidi, che qualcuno, un nome a caso, De Mita, volle far passare per manovra politica, spaccando gli equilibri m Regione e il suo stesso partito, l'Udc napoletano». Foglia, divenuto acerrimo nemico dei De Mita quando lasciò l'Udc per Ncd, rincara la dose: «Decisioni così drastiche, prese a una manciata di ore dalla presentazione delle liste, non hanno niente a che fare con la politica». E l'ex parlamentare Ciro Alfano, da sempre vicino a Pier Ferdinando Casini, prende le distanze dall'asse Cesa-De Mita: «No ai camaleonti e agli opportunisti. Restiamo fedeli al disegno di Area Popolare. Il repentino cambio di casacca stimola un senso di profonda indignazione nei confronti di chi pensa che gli schieramenti si possano cambiare solo per mero calcolo di interessi personali imperniati esclusivamente su gestioni di potere che nulla hanno da spartire con la coerenza e il bene comune. Riteniamo che il sostegno a Caldoro sia giusto non solo perché ha governato bene ma anche perché in sintonia con il progetto già rimarcato. Per questo ci meraviglia che il segretario Cesa, unilateralmente e venendo meno alle decisioni assunte a livello nazionale, consenta e sostenga tale indecente operazione di trasformismo politico a sostegno di De Luca».
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