domenica 17 gennaio 2016

Quattro chiacchiere al Gran Caffè Zerilli

Gran Caffè Zerilli
di Filomena Baratto

Vico Equense - Sin dalla prima volta che sono entrata nel bar Gran Caffè Zerilli, in piazza Umberto I a Vico, ho avuto la sensazione che lì dentro ci fosse qualcosa di familiare. Ci sono entrata con il direttore del Blog, Peppe d’Esposito, un Cicerone niente male, che ha cominciato a parlarmi del Boss, Bruce Springsteen, dell’ex Bar Del Sole, dei proprietari. Mentre parla, so che adesso ci resterà male, io non lo ascolto. Mi guardo intorno, osservo i tavoli, la cura dei particolari, la struttura. Mi sono sentita accolta, a casa, come nella grande cucina di Avigliano. Stessa struttura, colore. Mi sono arrivati i profumi dei liquori, del caffè con un misto di ricordi del bar di nonna da piccola, caricati dalle parole di Peppe che mi spiega e mi sottolinea tutto quello che c’è da sapere. Ricordi e realtà con sottofondo musicale, con la sensazione di fare una terapia d’urto alla tranquillità. Girando intorno lo sguardo, trovo un pezzo di storia di quando ero bambina: quella scritta Sole recuperata dai nuovi proprietari e posta di fronte all’ingresso, per dire che il vecchio giustifica il nuovo. - Questo bar, mi dice Peppe, è stato messo su dal nonno di Springsteen e tra i proprietari c’è anche la sorella del grande Cannavacciuolo!- - A Vico quando si fa una cosa, soprattutto le cose che si sanno fare bene, la si fa in grande.
 
E’magnifico questo bar, non solo per la struttura, anche per l’ atmosfera che emana.- A guardarmi intorno, mi ricordo scene tratte dal film di Sergio Leone, “C‘era una volta in America”, mi tornano certe atmosfere, come se avessi visto i nonni di Bruce in terra d’America, la loro vita, il loro lavoro, un pezzo di Vico nel mondo. Sento le loro speranze di ritornare, di riscattare il tempo lontano da casa e… un bambino, il nipote che tutti conosciamo. L’immaginazione è una bella palestra di vita, ci rende l’insondabile e la voglia di spiegarci le cose. _Sai è il luogo adatto, gli dico, per scrivere. C’è una vista piacevole, vedi il mondo scorrere dalle vetrate mentre sorseggi il caffè - affermo guardando fuori come due ragazze sghignazzano con una bibita in mano, i loro sorrisi, il passeggio. Sono cresciuta in un bar, con l’aroma delle caramelle gelatinose,dei liquori, i gelati.- _Allora questo posto ti è familiare, devi sentirti molto a tuo agio, potresti veramente scrivere in tranquillità!- “Ci farò un pensierino”. Bevo il caffè e guardo i fiori nei vasi sui tavoli. Sono tulipani, fiori che amo, mi ricordano le atmosfere delle tele di Van Gogh. Sono rossi, uno per ogni vasetto. Peppe avvicina le scritte storiche incorniciate poste di fronte e leggiamo il contenuto. Mi dice che il Boss non è ancora venuto a ritirare la cittadinanza onoraria e gliene chiedo il motivo.- _ Non lo so. A tutt’oggi non è ancora venuto. Sappiamo che d’estate va spesso in penisola. Prima o poi sarà qui.- “Forse non vuole ritornare sulla storia della sua famiglia, a volte i ricordi non sempre fanno bene, c’è nel passato sempre qualche cosa che disturba il presente e forse non ama gli amarcord”. Il Direttore annuisce e io continuo. “A questo punto, gli dico, una cittadinanza onoraria è a tempo indeterminato? O teme l’effetto boomerang?. “Perché effetto boomerang?” “Teme che la città di suo nonno, più a misura d’uomo, possa piacergli così tanto, da avere difficoltà a tornare a casa. Un uomo di successo vuole la tranquillità e questo è il posto giusto”. Rifletto, mentre Peppe parla e mi racconta, che questa è la nostra storia, fatta dalla storia di tutti, una storia di emigranti, di una Vico terra prestata anche a chi è di passaggio, fertile di idee e di forze. “Anch’io, gli dico, nella mia storia ho un bar, dove sono stata da piccola. Lui non ha vissuto nel bar di suo nonno, se avesse avuto dei ricordi, avrebbe sentito subito la spinta a ritornare. Così sembra una forzatura. Forse è proprio il dovere di venire a ritirare qualcosa che lo imbarazza”. Il Direttore mi richiama all’ordine dicendo che prima o poi verrà. Lui è così, inutile che ve lo spieghi, lo conoscete. Pesa tutto, parole e contenuti e dietro a quegli occhiali, tesse il suo pensiero. Ma alla fine concorda con quello che dico. Intanto continua a raccontarmi la storia e già mi vedo il nonno di Bruce con grembiule bianco di una volta a girare per i tavoli. In un angolo un grammofono e qualche canzoncina di sottofondo proprio come adesso, qui, dove sullo schermo davanti a noi, scorrono le immagini della partita. Tra i tavoli di una volta, passa un bambino, ha in mano un cavallo, gioca agli indiani, più in là un trenino, fatto di mattoncini. Sento i segnali di guerra, un treno che parte, ma poi penso alla nave, alle grandi navi Michelangelo e Raffaello che, molto più vicine alla nostra epoca, hanno portato oltreoceano molti dei nostri nonni. “Il bar Zerilli nasce nel 2015 al posto del bar “Del Sole” nato negli anni 60. Zerilli è il nonno di Bruce Springsteen, originario di Agrigento sposato con Rosa Veniero, vicana, nel 1852. Lui è stato capostipite della famiglia e morì nel 1901 a Vico. Il terzo figlio di Andrea Zerilli sposò Raffaella Aiello ed emigrò in America, tra la fine dell’800 e inizio 900. Ebbero sei figli e tra questi, Antonio, il nonno che ebbe quattro figlie, di cui la più giovane sposò Springsteen, padre di Bruce. _ Allora il legame è Rosa Veniero, la vicana, avrei chiamato questo bar Rosa Zerilli! - Peppe ride, lo metto sempre in difficoltà con le mie trovate, ma poi troviamo sempre un’intesa. -Pensa se invece di Zerilli si fosse chiamato Bar Veniero! _ Vedo che la teoria “dell’omm è omm” non ti ha insegnato niente! Il cognome è sempre del padre - -Non sono d’accordo e faccio finta di non aver sentito! Diciamo che Zerilli è diventato piacevole, qualcosa di attinente con Zero, per dire comincio daccapo e non so perchè mi sa di lumaca, in dialetto mio nonno chiamava le chiocciole “e zirr”, lente ma scivolose, pazienti, operose! Ma Zerilli è di origine siciliana dal greco xeros (ξ ε ρ ό ς ) significa arido, secco, forse per la zona di provenienza o riferito al fisico asciutto! - Peppe ride perché sa che sono irrefrenabile, poi attacca lui. - Sai, Andrea Zerilli vendette tutto ai De Martino, famiglia di Avigliano, lasciando per sé solo il bar”. _I De Martino? Di Avigliano? Mia nonna paterna era una De Martino, gli dico, e Peppe ride ancora per aver trovato un filo tra me e il bar Zerilli. “Hai visto? Vuoi vedere che sei anche parente di Bruce Springsteen?” “Adesso non esagerare, cerco solo di capire la storia!” In questa piazza c’è più storia di quanto si pensi, dovremmo proporre di far erigere un monumento, una sorta di Colonna Traiana su cui affiggere tutti gli episodi che hanno fatto la storia della città.- E il Direttore mi risponde: “Ci penseremo”.

Nessun commento: