I Giudici amministrativi bocciano il ricorso della società proprietaria del rudere. Il Comune ha agito correttamente. Il Sindaco Migliaccio: “Una vittoria su tutta la linea”
Vico Equense - La vicenda dell'ecomostro di Alimuri, oggi, è andata definitivamente in archivio. Il Tar Campania si è pronunciato sul ricorso presentato da «Sica», la società proprietaria dell'immobile abbattuto, contro l'ordinanza di demolizione che fu emessa dal comune di Vico Equense a marzo ed è stata eseguita a fine novembre 2014. Quel provvedimento, che invano «Sica» aveva tentato di bloccare con una richiesta di sospensiva, per due volte respinta dal tribunale amministrativo regionale, si fondava sul presupposto che la struttura realizzata in base alla concessione degli anni Sessanta, circa vent'anni prima che l'ecomostro incompleto e già semidiroccato fosse acquistato dalla famiglia Normale, fosse illegittima perché diversa, per forma e dimensione, rispetto a quella autorizzata. “Una vittoria su tutta la linea”, commenta il Sindaco Benedetto Migliaccio. L'amministrazione comunale vicana, che si è costituita in giudizio, ha sempre ribadito che il rudere fosse difforme da quello che prevedevano le concessioni di cinquanta anni fa.
La demolizione è costata 420 mila euro. Soldi in contanti anticipati dal Comune di Vico Equense. Il segretario dell’ente Luigi Salvato ha già dato mandato all’ufficio contenzioso di mettere in mora la legale rappresentante della società, che è stata anche diffidata. “In caso di non restituzione della somma dovuta nei tempi stabiliti, - si legge nel provvedimento - il legale del Comune provvederà all’emanazione di apposito decreto ingiuntivo e, in mancanza di restituzione, all’iscrizione al ruolo ed all’attivazione delle procedure previste dalla normativa in tema di riscossione coattiva a favore della Pubblica Amministrazione”.
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